È problema antico aggravato sempre più dall’esplosione dei social e dal condizionamento della brutta politica e dalla permanente invasione del Governo. Un problema sempre più assillante e portatore di negatività per la società e la stessa politica. Problemi aggravati da una pervasiva e assillante pubblicità e dalle “marchette” anche negli spazi dedicati alla cultura, alla musica, all’intrattenimento con giochi e premi.
Grave specialmente nel servizio pubblico della Rai, dotata di canone ma anche di debiti e di bilancio in difficoltà. Nonostante il contratto di servizio e le più svariate sponsorizzazioni in ogni campo.
Si tratta di una situazione sempre più grave, con innegabili riflessi negativi addirittura per gli stessi bambini oggetto di condizionamenti discutibili nel campo dello spettacolo, delle competizioni apparentemente innocue e comunque superficiali e banali. Insomma, una condizione pericolosa per la crescita complessiva e comunitaria dell’intera società, con un video sempre acceso per grandi e bambini in tutte le ore del giorno.
La politica non se ne cura e si affanna a spartire quote di influenza e controllo al momento delle nomine nelle varie caselle di dirigenza e di potere. Avverto non senza sgomento la vicenda RAI e l’assenza prevalentemente di consapevolezza e responsabilità civile non solo di chi la TV la controlla ma anche troppo spesso di autori, registi e giornalisti e diffusamente di tutti quanti, autori e programmisti, televisivi e radiofonici. Tutto questo clima non può non incidere negativamente ma comunque certo non positivamente nella condizione dei ragazzi, degli anziani, delle donne. Influisce negativamente anche rispetto alle gravi prove a cui è sottoposta giornalmente la società italiana con la violenza non solo di quella maggiore e sicuramente più grave come mafia e corruzione ma anche con la diffusione delle bande giovanili e delle gang nelle scuole, non meno gravi dei fenomeni di bullismo o di quelli che ormai abitualmente definiamo femminicidi.
Di tutte queste cose in tv si parla e si discute forse in modo anche spropositato, ma il fenomeno appare sempre più grave e diventa materia di diffusione comunicativa sempre maggiore ma con scarsa incidenza nella diminuzione di queste piaghe sociali che anzi paradossalmente sembrano al contrario dilagare e raggiungere nuove inquietanti presenze in tutte le fasce della popolazione. Il rischio sempre maggiore è rappresentato dal disgregarsi della socialità comunitaria, dalla solitudine nella vita dei grandi aggregati abitativi ma anche nei piccoli centri di provincia. Su tutto questo non c’è né dibattito adeguato né presa di coscienza diffusa mentre cresce la crisi sociale, la disparità economica e di tenore di vita e la politica vede accrescersi nel profondo la propria inadeguatezza e addirittura la messa a rischio delle istituzioni democratiche. Basta pensare al calo sistematico della partecipazione alle urne nelle votazioni di ogni genere e grado.
Né una ennesima serata di Porta a Porta con il centellinamento usando il bilancino delle presenze partitiche può rappresentare in modo significativo la presa di coscienza in profondità dei rischi della nostra vita democratica e della risoluzione delle grandi questioni civili e politiche aperte nell’esistenza del Paese. Né può rappresentare un’ accettabile consolazione il confronto con altri paesi, anche in Europa, in condizioni più precarie delle nostre.