di Adelmina Meier
E’ vero, ieri sera alle 20 l’Italia era col fiato sospeso e pendeva dalle labbra del notaio Roveda e del Tg1. Bene ha fatto il primo Tg della Rai ad aprire col testamento di Silvio Berlusconi e dedicargli ben tre servizi.
Certo, gli italiani sono rimasti a bocca asciutta perché del testamento alle 20 di ieri sera – come era largamente prevedibile – non si sapeva proprio nulla. Pensare che il Tg1 e i giornalisti che a cerchio erano attorno al notaio mentre lasciava lo studio in moto potessero carpire al notaio anche solo una notizia vuol dire non sapere l’abc dei meccanismi che regolano l’apertura di un testamento, nulla delle regole notarili. E comunque, il Tg1 scegliendo di aprire alla grande con il nulla sul testamento di Silvio Berlusconi ha interpretato i sentimenti degli italiani che al mercato di frutta e verdura, verdura e frutta possono solo guardarle come fossero nature morte, visti i prezzi.
Ha ben interpretato i sentimenti degli italiani alle prese coi conati di vomito per l’affaire Santanché, scandalosamente seduta, ancora per un po’, sulla poltrona di ministro, a tutela dei propri interessi e di quelli dei colleghi imprenditori dei settori che sono di interesse della Daniela.
Ha ben interpretato i sentimenti di ammirazione degli italiani per le parole di Sergio Mattarella in Cile, a spendersi sulla democrazia e per la democrazia, per tenere a livelli accettabili l’immagine dell’Italia del mondo. Ha ben interpretato i sentimenti e le angosce degli italiani che guardano ai contraccolpi di una guerra ingiusta e sanguinosa che potrebbe avere una svolta tragica solo se si scherza ancora un poco col nucleare. Ha ben interpretato l’orrore di quanti hanno visto come una masnada di killer del potere ha ridotto Elena Milashina, la giornalista picchiata, torturata e umiliata solo per il suo amore, la verità.
Ha fatto bene il Tg1 ad aprire con la foto della famiglia Berlusconi alle spalle del conduttore che è “subito” andato in diretta con la collega che sostava davanti al portone del notaio. Subito, senza perdere un attimo, perché le notizie si susseguono ad un ritmo forsennato: il nulla dopo il nulla e il nulla ancora. C’è di mezzo il destino degli immobili, perché Silvio Berlusconi – ricorda il Tg1 – era “appassionato di case”, una sola, quella in Sardegna, vale 250 milioni.
“Appassionato di case” come tanti italiani che la casa non ce l’hanno e mai l’avranno, come gli italiani alle prese con l’aumento dei mutui, come gli italiani “appassionati” degli affitti alti. Poi i quadri e gli yachts, come tant’altro, le aziende, le tv, il calcio. Si certo, azienda, impresa, lavoro, lo sappiamo. Per un patrimonio tutto loro, a tanti zeri, ricchezza che non ha certo sofferto per la famosa “discesa in campo”. Ora, appuntamento a quando del testamento si saprà qualcosa. Quella sera il Tg1 si prepari non a tre, ma a sei servizi di apertura.