Nell’era digitale in cui viviamo, l’industria dell’intrattenimento ha subito una trasformazione epocale grazie all’avvento delle piattaforme di streaming. Queste piattaforme hanno dominato il mercato per anni, ma sembrano ora affrontare una fase di sfida inaspettata, caratterizzata da una diminuzione degli abbonati e delle ore di visione. Un fenomeno che ha inizio negli Stati Uniti, propagandosi poi in Italia, sta lentamente modellando le abitudini di fruizione e gettando luce sulle dinamiche sottostanti.
L’ascesa esplosiva delle piattaforme di streaming durante la pandemia ha fatto emergere una nuova era di fruizione dei contenuti. Come spiegano gli analisti del settore, le prime crepe in questa supremazia stanno emergendo, guidate da diversi fattori. Mentre un declino nelle sottoscrizioni può essere considerato un evento naturale dopo un periodo di rapida crescita, esperti affermano che l’inflazione economica gioca un ruolo significativo nel cambio delle abitudini degli utenti. La scelta di modelli di fruizione basati sulla pubblicità è ora una tendenza in crescita, in quanto le famiglie cercano tra le altre cose di razionalizzare le spese.
Un altro aspetto chiave è l’evoluzione dei contenuti stessi. Le piattaforme di streaming devono costantemente competere per attirare e trattenere gli spettatori, spingendole a investire pesantemente in contenuti originali. Un esempio lampante è Disney+, che ha sfruttato il suo vasto catalogo di franchise come Marvel per attirare l’attenzione. Tuttavia, con il calo dell’effetto novità di queste serie, la sfida per mantenere un pubblico fedele si fa sempre più complessa. Secondo proiezioni di It Media Consulting, Disney+ aumenterà gli investimenti in contenuti originali dell’82,8% tra il 2022 e il 2027. Tuttavia, questo impegno potrebbe essere compromesso dalla lunga durata dello sciopero di Hollywood, in corso da oltre cento giorni, il quale rischia di impattare significativamente sul futuro dell’industria.
Le abitudini dei consumatori, in particolare dei giovani, giocano un ruolo cruciale in questa evoluzione. I social media, da TikTok a Twitch e passando per YouTube e Facebook, stanno progressivamente influenzando le scelte di fruizione degli utenti. I formati brevi e coinvolgenti offerti da queste piattaforme sembrano guadagnare terreno rispetto alle lunghe sessioni di streaming. L’Italia, come dimostrato dai dati diffusi da Agcom, segue questa tendenza. A marzo 2023, si è registrata una perdita di 870.000 utenti rispetto all’anno precedente e una diminuzione complessiva del 12,8% nelle ore trascorse a fruire contenuti a pagamento. Perfino colossi come Netflix hanno subito contraccolpi, con una riduzione del 3,6% degli abbonati e una perdita di 9 milioni di ore di visione.
L’industria dello streaming si trova di fronte a una fase cruciale di adattamento. L’evoluzione delle abitudini di fruizione, l’ascesa dei social media e l’instabilità economica stanno ridefinendo il panorama culturale in cui queste piattaforme operano. Mentre il futuro rimane incerto, una cosa è chiara: le piattaforme dovranno innovare costantemente e adattarsi alle mutevoli preferenze dei consumatori per rimanere rilevanti e prosperare in questo mercato in continua evoluzione.