L'Ordine dei giornalisti contro Avanti Popolo e Nunzia De Girolamo: "Pornografia del dolore"
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L'Ordine dei giornalisti contro Avanti Popolo e Nunzia De Girolamo: "Pornografia del dolore"

Odg contro Nunzia De Girolamo per l'intervista a una vittima di stupro: «La modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentano un esempio inaccettabile di pornografia del dolore».

L'Ordine dei giornalisti contro Avanti Popolo e Nunzia De Girolamo: "Pornografia del dolore"
Nunzia De Girolamo
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8 Novembre 2023 - 16.58


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L’Ordine dei Giornalisti e l’Agcom scrivono alla Rai per protestare contro la trasmissione Avanti Popolo, condotta da Nunzia De Girolamo. Nella puntata andata in onda lo scorso 31 ottobre, infatti, la conduttrice ha intervistato la ragazza vittima dello stupro di gruppo di Palermo.

«Premesso che la ragazza, maggiorenne, ha scelto di accettare l’invito in trasmissione per parlare della sua storia, e che questo va rispettato poiché rientra nell’autodeterminazione, intendiamo evidenziare – si legge nella missiva – l’avvenuta violazione dei basilari principi della deontologia professionale nell’esporre, per giunta a così poco tempo dai fatti, una sopravvissuta alla spettacolarizzazione del proprio stupro e alla vittimizzazione secondaria cui si è assistito nel corso del programma».

Per le firmatarie e i firmatari della lettera, centinaia di intellettuali, giornaliste e giornalisti, scrittrici e scrittori, operatrici e operatori dell’informazione e dello spettacolo, rappresentanti di associazioni, attiviste e attivisti, cittadine e cittadini – si legge sul sito della Fnsi -, «la modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentano un esempio inaccettabile di pornografia del dolore».

Nel corso della trasmissione, prosegue la missiva, «la conduttrice ha di fatto costretto la vittima a rivivere nel dettaglio gli abusi subiti, con tanto di lettura al suo cospetto delle frasi degli stupratori, in contrasto – come anche Cpo Rai e Usigrai hanno rilevato in una nota congiunta – con le policy di genere approvate dal consiglio di amministrazione della Rai, nonché, nello specifico del lavoro giornalistico, con il Manifesto di Venezia. Come se questo non bastasse, la ragazza è stata sottoposta con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria».

Da qui la richiesta ai vertici Rai affinché, «in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, prendano posizione sull’accaduto e si assumano la responsabilità di una gestione dell’informazione e del servizio pubblico adeguata al ruolo informativo, culturale e sociale della Rai. Esigiamo – si chiude la lettera – che il tema della violenza di genere sia trattato con competenza e deontologia, garantendo alle vittime il rispetto e la dignità».

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