“Dottoresse, prima linea” è il servizio con cui si apre la puntata, tutta al femminile, di TV7, il settimanale del Tg1 in onda l’8 marzo a mezzanotte su Rai 1. Il 65% dei medici è donna, e sono proprio loro le più esposte alla violenza e le meno tutelate. Come denuncia la dottoressa Pina Onotri, Segretaria Generale del Sindacato Medici italiani che ha un gruppo dirigente tutto al femminile.
Dottoresse lasciate sole anche di notte, come nel caso di Serafina Strano di Catania, violentata durante il turno di guardia medica. A Foggia le dottoresse dell’Associazione Viola Dauna combattono la violenza di genere in ambulatorio a tutela delle pazienti: una di loro, la dottoressa Laura Spinelli, medica di Medicina Generale, testimonia la violenza subita durante il turno di guardia.
“Il velo caduto”, reportage dall’Iran, dove le più giovani lottano contro l’imposizione del velo, anche a costo di essere arrestate o uccise. L’hijab come simbolo di un sistema di potere da abbattere. Storie di resistenza, disobbedienza civile, rivolta quotidiana. All’indomani delle elezioni, e delle proteste represse nel sangue, intervista alla responsabile del governo per i diritti e le libertà sociali, che parla di “manifestanti manipolati da agenti esterni”. Mentre nelle università, dove le donne laureate in materie tecnico scientifiche sono più degli uomini, in molte accarezzano il sogno di lasciare l’Iran.
“In fuga per vivere”: esiste una rotta frequentata da migliaia di migranti di cui si parla poco. Arrivano da Afghanistan, Siria, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Camerun, Somalia. Da lì raggiungono Cipro, dove trovano tre campi di accoglienza per uomini, donne e bambini richiedenti asilo. Un altro viaggio porterà decine di loro in Italia con il corridoio umanitario di Sant’Egidio. Storie di donne in fuga dalla violenza e dalla miseria, storie di speranza, per un corridoio verso una nuova vita.
“Il secolo di Franca”: ha 94 anni e da quando ne aveva dieci lavora nel negozio di elettronica di famiglia. Franca, che è stata anche ostetrica, ora è cieca. Dopo quasi un secolo è ancora lì, a lavorare. Si muove a tentoni nel negozio e si batte per non essere sfrattata. Una vita da raccontare: com’è cambiata la realtà intorno a lei, e come sono cambiate le donne.
Da Rosalia, moglie di Francesco Crispi, unica donna a partecipare alla spedizione dei Mille con Garibaldi, a Francisca, inquisita alla fine del ‘600 perché travestita da uomo per poter lavorare. In “Unica tra i Mille” donne ribelli e anticonformiste della storia d’Italia che hanno lottato per l’indipendenza anche pagando con la vita. A colloquio con Maria Attanasio, poetessa e scrittrice siciliana, che con la sua penna ha fatto rivivere le figure di queste donne rimaste in gran parte ignote, ignorate, o cancellate dalla storia.
“Bellezza e sapeinza”, una passeggiata tra i ritratti femminili della Galleria Borghese di Roma con la Direttrice Francesca Cappelletti: una diversa prospettiva per indagare il ruolo della donna nella storia.
“La bellezza nel tempo non è stato solo un canone estetico – ci dice – ma ha rappresentato il potere di civilizzare la società attraverso la conoscenza dell’anima”. “L’enigma di Betty”, servizio dedicato a vita e segreti di Betty Webb, 101 anni. Ultima protagonista di un progetto che contribuì in maniera decisiva alla vittoria delle forze alleate nella Seconda Guerra Mondiale: la decifrazione del codice generato dalla macchina dei nazisti Enigma. “Avevo 18 anni e volevo la mia parte, risposi a un annuncio e mi intervistò un agente dell’intelligence: fui scelta perché parlavo tedesco”.
Il rapporto con Alan Turing, la gestione dei messaggi criptati dalla Germania, la chiamata del Pentagono, fino alla medaglia dell’Ordine dell’Impero Britannico e agli auguri di Re Carlo per il suo compleanno.
“Sognando la maglia rosa”: Elisa Longo Borghini, campionessa italiana di ciclismo, sui pedali dall’età di 7 anni. Due bronzi olimpici e due mondiali, racconta: “Della bici mi piace tutto, in particolare il senso di libertà quando sono in cima una montagna, e mi esalto anche in discesa, anche se qualche volta finisco nei boschi…”. La vittoria più bella, il sogno di vincere il Giro d’Italia.
L’edizione di quest’anno dedicata ad Alfonsina Strada, pioniera del ciclismo femminile italiano, prima e unica donna a partecipare al Giro insieme agli uomini. Era il 1924, in pieno regime fascista: una sfida a pregiudizi, stereotipi e convenzioni sociali. “Anche nello sport noi donne dobbiamo sempre un po’ combattere, ma negli ultimi anni ho visto tanti cambiamenti in positivo”.
Come eravamo: dagli archivi di Tv7, “Operaie a mezzo orario” del 1969. Il lavoro delle donne e l’introduzione del “part-time” nel centro meccanografico del Grattacielo Pirelli a Milano. Un reparto con personale quasi interamente al femminile. Le difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, la mancanza di nidi, la voglia di indipendenza economica.