La vicenda di Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza ucciso in un agguato mafioso il 12 marzo 1985, è al centro della puntata di “Cose Nostre” dal titolo “Per un’ora d’aria”, in onda lunedì 27 maggio alle 23.50 su Rai 1.
Trentasei anni, sposato, padre di una bambina di tre anni e di un figlio che nascerà poche settimane dopo la sua morte, Cosmai è un dirigente capace e integerrimo. A Cosenza arriva nell’estate dell’82 e impone, da subito, il rispetto delle regole in uno dei penitenziari più turbolenti d’Italia. Ma nel giugno ‘83, durante la protesta dei detenuti per ottenere un’ora d’aria supplementare, rifiuta di piegarsi alla sfida lanciatagli da uno dei boss della ‘ndrangheta cosentina: una scelta che pagherà con la vita.
La figura di Cosmai è stata a lungo dimenticata. Ci vorranno, infatti, decenni prima di individuare gli esecutori e il mandante del suo omicidio, e per recuperare la memoria di un servitore dello Stato che, come recita la motivazione della medaglia d’oro al valore civile assegnatagli nel 2017, “ha immolato la sua vita ai più nobili ideali di legalità e di giustizia”.
La ricostruzione dell’intricata vicenda giudiziaria del suo omicidio è affidata all’ex procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo e al giornalista esperto di ‘ndrangheta Arcangelo Badolati. Il ritratto dell’uomo di Stato, ma anche del marito e padre amorevole rivive invece nelle parole della vedova di Cosmai, la professoressa Tiziana Palazzo.