Tele Meloni colpisce ancora. «È la logica dei tempi che corrono in Rai dopo la presa dell’azienda da parte di una dirigenza che usa il potere acquisito contro chiunque la pensi in modo diverso da loro. Così stamattina il segnale è arrivato anche all’Usigrai; al Tg1 dove il direttore Chiocci non ha ancora smentito i messaggi ai colleghi sullo sciopero del 6 maggio (La Repubblica online del 17 maggio riporta che Chiocci scrisse: «Oggi è stata una pagina storica per la Rai, un evento epocale. Per la prima volta uno sciopero indetto dal sindacato rosso Usigrai si è risolto in un boomerang senza precedenti»).
Oggi una collega componente dell’Esecutivo Usigrai, conduttrice di lunga e consolidata esperienza, è stata sollevata dalla conduzione dello speciale sull’attentato a Trump e dei tg (tutti cancellati ad eccezione del Lis obbligatorio) senza alcuna motivazione mentre, già dall’alba in redazione, si stava preparando a condurre come da incarico e da orario».
Così in una nota l’Esecutivo Usigrai.
«La stessa conduttrice che la mattina del 19 aprile scorso per il direttore Chiocci andava benissimo per condurre lo speciale di Esteri sull’attacco di Israele all’Iran, oggi, dopo che Usigrai il 5 giugno scorso ha depositato un ricorso contro l’azienda per comportamento antisindacale, riferendo anche di un episodio accaduto al Tg1, durante lo sciopero del 6 maggio scorso, viene esautorata. È la prima volta che accade alla collega di provata esperienza in speciali e dirette di ogni tipo, confermata alla conduzione da 5 direttori ma che riveste oggi incarichi sindacali. Difficile pensare che si tratti di coincidenze se, come chiaramente appare, non vi sono motivi che possano giustificare decisioni che di fatto mortificano la qualità professionale della collega, lanciano un messaggio obliquo a chi fa attività sindacale e segnalano una modalità di gestione delle testate Rai di carattere arbitrario che danneggia l’azienda e il sindacato. La nostra è la denuncia di un clima che si rintraccia ormai quotidianamente nella gestione dell’azienda. I giornali sono pieni da mesi di piccoli e grandi violazioni delle regole e del buon senso in una azienda che è diventata prima di tutto luogo delle scorribande di interessi politici che nulla hanno a che fare con il bene pubblico che la Rai rappresenta per cittadini e utenti».