Mosca pensa di incriminare i giornalisti del Tg1 che sono entrati in territorio russo con le truppe di Kiev
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Mosca pensa di incriminare i giornalisti del Tg1 che sono entrati in territorio russo con le truppe di Kiev

Il Ministero degli Affari Interni russo starebbe considerando di avviare un procedimento penale contro i giornalisti italiani Stefania Battistini e Simone Traini per un reportage realizzato nella regione di Kursk.

Mosca pensa di incriminare i giornalisti del Tg1 che sono entrati in territorio russo con le truppe di Kiev
La giornalista del Tg1 Stefania Battistini a Kursk
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16 Agosto 2024 - 11.55


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Un caso politico e diplomatico. Secondo alcuni media indipendenti, citati da Repubblica, il Ministero degli Affari Interni russo starebbe considerando di avviare un procedimento penale contro i giornalisti italiani Stefania Battistini e Simone Traini per un reportage realizzato nella regione di Kursk.

I due giornalisti, autori di un servizio dalla città di Sudzha, ora sotto controllo ucraino, sarebbero accusati di “attraversamento illegale del confine di Stato”. Il servizio è stato trasmesso dal Tg1. Al momento, non ci sono conferme ufficiali da parte del Cremlino.

Sul suo account X, Battistini ha però postato dei messaggi particolari. Oltre a ricordare i nomi dei colleghi uccisi dall’inizio del conflitto, l’inviata Rai ha citato l’articolo 79 della Convenzione di Ginevra per cui «i giornalisti nelle zone di guerra devono essere trattati come civili e protetti come tali, a condizione che non prendano parte alle ostilità».

La giornalista ha poi condiviso il sostegno del collega Andrea Vianello che ha scritto: «Forza Stefania Battistini e Simone Traini. Al fianco del giornalismo coraggioso e libero».

Leggi anche:  Il Tg1, lo spettro delle Brigate Rosse e la propaganda sovranista

La vicenda, tuttavia, potrebbe avere qualche ripercussione diplomatica e non solo. Stando a fonti della Farnesina né l’ambasciata italiana a Kiev né quella a Mosca avrebbero saputo della decisione dei giornalisti del Tg1 di entrare in Russia al seguito delle truppe ucraine. E c’è da capire se anche i vertici di viale Mazzini fossero stati avvertiti e avessero dato il consenso, visto che comunque si trattava di una scelta molto delicata.

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