Addio, X. Addio, coerenza
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Addio, X. Addio, coerenza

Molti, come profughi digitali, lasciano il social di Musk, l’uomo che sogna Marte e la connessione globale, che si trasforma in un portavoce politico di Trump, sacrificando la neutralità di X per abbracciare una visione del mondo più divisiva che mai.

Addio, X. Addio, coerenza
Donald Trump e Elon Musk
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Marcello Cecconi Modifica articolo

15 Novembre 2024 - 16.36 Culture


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Gli ex utenti di X si rifugiano su piattaforme alternative, cercando un nuovo spazio dove discutere, litigare e condividere foto di gatti senza sentirsi complici di un esperimento sociopolitico. Mastodon, Bluesky, Threads: tutti improvvisamente affollati, come villaggi tranquilli invasi da profughi digitali. È il padrone che vogliono contestare, Elon Musk, il re dei razzi, delle auto elettriche e delle polemiche su Twitter (pardon, X), che entra ufficialmente nella squadra della nuova presidenza Trump.

Molti utenti di X non ci stanno più. Stanchi del caos, delle lotte intestine e di un proprietario visionario che si trasforma in megafono politico, abbandonano la piattaforma. E non lo fanno in silenzio: migliaia di addii sono accompagnati da post ironici, frecciate e meme che sognano l’agonia del social network più influente del pianeta.

E pensare che il social delle cinguettate nel gennaio 2021 aveva deciso che Trump fosse troppo “pericoloso” perché tramite i suoi post avrebbe alimentato le fiamme dell’insurrezione e messo in pericolo la democrazia americana. Bandito. Cancellato. Un addio, dunque, all’account @realDonaldTrump e inizio di una nuova era in cui i social media sembrava avessero finalmente preso sul serio la loro responsabilità etica.

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E invece no. X, adesso, si ritrova non solo a ospitare, ma a coccolare il vecchio nemico. È accaduto che a ottobre 2022 è entrato in scena Elon Musk, l’uomo che non conosce mezze misure. Compra Twitter, ribattezza tutto in X e promette “free speach” per tutti, come se fosse il nuovo Messia digitale. Trump? Ovviamente reintegrato, insieme a una serie di altri personaggi controversi. Musk manda al diavolo tutte le regole “bigotte” dei suoi predecessori al grido di “freedom”, che pare più un “free chaos”.

E così Musk si ritrova al centro di un paradosso: il genio tecnologico che voleva fare di X il bastione della libertà di parola diventa il braccio destro di un presidente che non ha mai nascosto il suo disprezzo per i media e la critica. L’uomo che sogna Marte e la connessione globale si trasforma in un portavoce politico, sacrificando la neutralità di X per abbracciare una visione del mondo più divisiva che mai.

Elon Musk e Donald Trump sono ora la strana coppia che definisce l’era digitale che rischia di trasformarsi in disillusione digitale proprio mentre X si trasforma in un gigantesco palcoscenico per pochi potenti. Addio, X. Addio, coerenza. La libertà di parola non è mai stata così rumorosa, e così vuota.

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