Il 28 novembre 1948 a Boston, Stati Uniti, era iniziato lo shopping natalizio, e i grandi magazzini Jordan Marsh misero in vendita, in soli 57 pezzi, qualcosa che cambiò per sempre il modo di fotografare.
La Polaroid Land Camera Model 95, la prima fotocamera istantanea commerciale, permetteva infatti, a chi non era fotografo professionista, di fissare le istantanee della propria vita: una vera e propria rivoluzione per il mondo dell’immagine, ora a portata di tutti. La fotocamera utilizzava il Polaroid Picture Roll Land film, prodotto fino al 1992, e consentiva di realizzare foto color seppia in un minuto.
Il cuore del brevetto Polaroid consisteva in una cartuccia contenente una serie di fogli fotosensibili, coperti singolarmente da una pellicola impregnata di una sostanza reagente. Una volta impressionata, la carta veniva estratta manualmente dalla fotocamera e, trascorso un intervallo di circa 60 secondi, doveva essere separata dal foglio contenente il reagente, lasciando l’immagine impressa direttamente in positivo ed evitando il passaggio dal negativo, che richiedeva l’uso di una camera oscura per lo sviluppo fotografico.
La fotocamera, il cui nome derivava dal suo inventore, Edwin H. Land, fondatore dell’azienda nel 1937, divenne subito un successo: tutti i 57 esemplari, e tutta la pellicola disponibile, andarono esauriti il primo giorno di vendita, quando la Polaroid aveva creduto che sarebbero stati sufficienti fino a Natale. La sua popolarità crebbe esponenzialmente, dato che la macchina era semplice da usare, portatile e gratificante, in quanto la foto era subito sviluppata davanti ai propri occhi.
Della Model 95, capostipite della linea di punta di Polaroid, furono prodotti e venduti in tutto quasi un milione di pezzi, rendendo il nome dell’azienda sinonimo di fotografia istantanea. La vera pellicola istantanea in bianco e nero fu lanciata nel 1950, e nel 1963 nacque quella a colori.
C’è da dire che la qualità di stampa delle Polaroid, pur migliorata nel corso degli anni, non raggiunse mai il livello della stampa fotografica tradizionale. Le stampe effettuate con questo metodo, infatti, soffrivano dell’invecchiamento e dell’esposizione alla luce in maniera sensibilmente superiore al sistema tradizionale. Un altro difetto delle fotocamere Polaroid, inoltre, era la ridotta capacità di immagazzinamento rispetto al rullino.
Prima della diffusione delle fotocamere digitali, la Polaroid introdusse l’innovazione, molto pubblicizzata, dell’eliminazione del foglietto reagente e dell’espulsione meccanica della stampa dalla macchina fotografica.
Negli anni Settanta anche la Kodak avviò la produzione di pellicole auto-sviluppanti denominate Kodak Instant, che rimasero in commercio fino al gennaio 1986 a causa di un’azione legale di Polaroid.
L’azienda originaria Polaroid Corporation ha prodotto le sue fotocamere a pellicola istantanea fino al 2008, quando chiuse per bancarotta. Nello stesso anno, la sua eredità è stata raccolta da un’azienda olandese, The Impossible Project, che salvò il dispositivo dall’estinzione acquisendo i macchinari di produzione da Polaroid e iniziando la produzione di massa e le vendite dal 2010. Da allora, le fotografie istantanee hanno riacquisito popolarità per il loro aspetto vintage.
Nel 2017 The Impossible Project ha acquistato il marchio e la proprietà intellettuale della Polaroid Corporation, cambiando nome in Polaroid Originals, e poi semplicemente in Polaroid da marzo 2020.