Tragedia al Giro d’Italia. Wouter Weylandt, il giovane ciclista belga della Leopard Trek, è morto dopo essere rimasto vittima di una rovinosa caduta.
Weylandt, 26 anni, ha perso la vita nella terza tappa del giro: la 173 km Reggio Emilia-Rapallo.
La notizia della morte è stata data in diretta da Auro Bulbarelli, che da anni segue il Giro d’Italia. “Il cuore di Wouter Weylandt ha cessato di battere”: ha reso noto RaiSport intorno alle 17.30.
Per il belga è stata fatale una drammatica caduta avvenuta a una ventina di chilometri dal traguardo della terza tappa, in un tratto di discesa in cui le velocità erano molto sostenute: l’atleta ha sbattuto la testa contro un muretto a lato della carreggiata, forse un guard rail.
Secondo quanto hanno riferito i vigili del fuoco, Weylandt si trovava a circa 40 metri da un tornante quando ha toccato con il pedale sinistro contro il muretto.
Il ciclista è volato per circa venti metri, sbattendo violentemente la testa contro l’asfalto e procurandosi una frattura cranica estesa.
La procura apre un’inchiesta
Il sostituto procuratore di Chiavari, Francesco Brancaccio, ha dato il nulla osta per il trasferimento del corpo di Weylandt all’ospedale di Lavagna dove saranno eseguiti gli esami autoptici.
Sulla morte del ciclista verrà aperta un’indagine che chiarisca la dinamica dell’incidente.
L’elicottero non riesce ad atterrare
Weylandt è stato per circa 40 minuti a terra privo di sensi mentre i medici continuavano ad effettuare il messaggio cardiaco, iniettando adrenalina e atropina.
Si è atteso un elicottero sul posto. Ma dopo aver sorvolato la zona il veivolo non è riescito ad atterrare nè a calare la barella.
La dinamica in corso di accertamento
“C’è stata una caduta la cui dinamica è in corso di accertamento. Immediatamente dopo la caduta siamo arrivati, eravamo, dietro al gruppo”: ha spiegato a Rai Sport il prof. Giovanni Tredici che è stato tra i primi a soccorrere Wouter Weylandt.
“Il corridore – ha detto – era già in stato di incoscienza con una frattura cranica estesa, abbiamo tentato una rianimazione facendo tutto quello che si doveva fare, ma dopo 40 minuti abbiamo dovuto sospendere il tutto. Anche il 118 ci ha detto che era inutile insistere. Nonostante il soccorso immediato non c’è stato nulla da fare”.
L’imbarazzo della Rai
Visibile l’imbarazzo della Rai e la difficoltà di Alessandra De Stefano, che da anni segue le grandi corse a tappe.
La conduttrice del Processo alla Tappa ha fatto più volta intendere che, secondo lei, la trasmissione andava sospesa. Diversa l’opinione di Rai Sport, che le ha detto di proseguire la diretta.
Annullata la cerimonia di premiazione
Gli organizzatori hanno deciso di annullare del tutto il cerimoniale di premiazione e la conseguente festa che accompagna la conclusione di ogni tratta.
I precedenti
Il dramma che si è consumato oggi al Giro d’Italia riporta alla memoria il tragico incidente, avvenuto al Tour de France del 1995, che causò la morte del ciclista italiano Fabio Casartelli (25 anni).