Nicola Gratteri, procuratore della DDA di Reggio Calabria,ospite del Laboratorio Internazionale della Comunicazione di Gemona, dice “Nel Nord Italia questa crisi ha facilitato la vita delle mafie….A queste imprese del Nord dico di non illudersi e che è meglio fallire che accettare i soldi della mafia”. Fa piacere almeno vedere che una parte della magistratura, quella più impegnata nella lotta antimafia, riconosca le infiltrazioni mafiose nel Nord e anche nel Friuli Venezia Giulia. Il riciclaggio di denaro qui è stato ampiamente coperto dalle istituzioni ad ogni livello ed in ogni sede. Ma anche, ovviamente, dagli organi di informazione preoccupati di non disturbare equilibri di potere fondamentalmente masso-mafiosi. Per capire cosa significa riciclaggio di denaro basta venire in questo ricco Nord Est di centri commerciali realizzati in violazione di ogni norma urbanistica e a danno dell’ambiente. Centri commerciali che spesso sono cattedrali nel deserto ma che servono a fare girare i soldi.
Tanti soldi, troppi soldi. Oppure i progetti di sviluppo turistico. Basti vedere come è stata ridotta la costiera triestina. Cementificazione selvaggia senza sosta. Capitali freschi sempre disponibili.
Duecentocinquanta milioni di Euro per il solo progetto della Baia di Sistiana. Due miliardi di Euro in arrivo per convertire il Porto Franco Nord di Trieste, il cui regime è stabilito da trattati internazionali, in zona residenziale. Ecco, in brevissima sintesi, queste sono le mafie del cemento che riciclano i soldi al Nord. Senza ostacoli. Perché chi prova ad opporsi viene “legalmente eliminato”. Niente morti… siamo nell’ordinato Nord Est… qui basta l’intervento della magistratura per mettere a posto ogni cosa… La stessa magistratura che ha assicurato impunità alle ecomafie dei rifiuti nella maxi operazione di devastazione dell’intera provincia di Trieste. Niente è stato risparmiato.
Dal mare al Carso, discariche ovunque. La più grande da sola equivarrebbe come superficie a tutte le discariche della Campania messe assieme. Secondo le dichiarazioni di Antonio Amato, presidente regionale della commissione Ecomafie e bonifiche, in Campania vi sarebbero: “Oltre due milioni e settecento mila metri quadri di territorio devastati, oltre 17 milioni e 400 mila metri cubi di rifiuti stimati, tra quelli noti, livelli di inquinamento che impongono un immediato intervento”. A Trieste queste cifre le si trovano nella sola valle delle Noghere. Per chi volesse entrare più in “profondità” nel degrado di questa particolare area del Nord Est, riconosciuta in base al Trattato di Pace del 1947 come T.L.T. (ovvero Territorio Libero, cioè Nazione indipendente) affidata all’amministrazione della Repubblica Italiana, consiglio la lettura del dossier”D come discariche: l’operazione Attila e la devastazione della Venezia Giulia” dal sito www.greenaction-transnational.org