Martedì la protesta in piazza dei poliziotti. Ora la protesta scritta dei carabinieri in un comunicato del Cocer, la loro rappresentanza sindacale. Attacco all’esecutivo per i tagli a sicurezza e difesa. Il malessere serpeggia dunque fra le forze dell’ordine. Martedì tutti i diversi sindacati di polizia hanno protestato in piazza contro il ministro dell’Interno Roberto Maroni che riferiva al Senato sulla guerriglia di sabato. Nella stessa giornata il Cocer Esercito solidarizzava (anche questo, senza quasi precendenti), con la manifestazione dei poliziotti. “I tagli all’Esercito – denuncia il suo Cocer – la componente più impegnata nelle missioni all’estero, incidono sulla protezione e sulla sicurezza del personale. E stanno facendo vertiginosamente decadere la qualità della vita nelle caserme”.
Fedeli si, ma incazzati. “Il governo – accusa il Cocer carabinieri in polemica col ministro della Difesa Ignazio La Russa – taglia sulla sicurezza, ma non si dimentica di finanziare la festa delle Forze Armate del prossimo 4 novembre”. “Un governo impegnato a salvaguardare l’apparenza più che la sostanza: si sa, le foto ricordo durante queste manifestazioni possono valere più di cento parole, facendo percepire agli ignari cittadini una vicinanza al comparto sicurezza e difesa, di fatto inesistente! Con i tagli alle spese dell’ordine e sicurezza pubblica, il governo ha infatti dimostrato tutti i limiti della sua azione”. “Ci chiediamo quali spese verranno tolte dal bilancio statale, visto che siamo già altamente maltrattati”. Dunque anche l’Arma nei secoli fedele ora non ci sta più.
Sicurezza in pericolo. Per la prima volta nella storia dell’Arma, con un linguaggio chiaro, rompono il loro consueto silenzio. “I Carabinieri sono stanchi di sottacere e di subire le imposizioni di un governo che continua imperterrito a penalizzarli economicamente per giustificare i propri sprechi (auto blu con scorta, autisti/maggiordomi, segretari, vigilanze) e che continua a chieder loro sacrifici economici”. “Oggi abbiamo un dato di fatto oggettivo: la sicurezza è gravemente compromessa. Garantire sicurezza, per i Carabinieri vuol dire lavorare gratis, per i nostri amabili parlamentari vuol dire aumento di servizi di esclusiva utilità gratuiti perché pagati con i sacrifici dei cittadini tutti e con i tagli ai servitori dello Stato garanti dell’ordine e della sicurezza pubblica”.
Qualche problema in casa. La rappresentanza sindacale dei carabinieri, forse per amor di corpo, tace sulle gravi inefficienze informative di sabato da parte del servizio segreto interno, l’Aisi, guidato dal loro generale Giorgio Piccirillo. Resta la contraddizione istituzionale di quella che è stata fatta “Quarta Forza armata” ma che ha, contemporaneamente troppi “Padroni”. L’Arma dipende un po’ dalla Difesa (polizia militare), un po’ dall’Interno (ordine pubblico), un po’ dalla Salute (Nas), un po’ dall’Ambiente (Noe), un po’ dai Beni culturali (Nucleo patrimonio artistico), un po’ da Palazzo. “Usi obbedir tacendo”, dice il motto, ma sino ad un certo punto, è il segnale, visto che questa volta a essere messa in pericolo non è più solo la loro sicurezza ma quella del Paese.
Messaggio al governo. I militari, si sa, non hanno facoltà di esprimere dissenso, né di protestare pubblicamente. Questo compito è esclusivo privilegio del loro unico organo di rappresentanza, il Cocer. Una sorta di sindacato democraticamente eletto. È questo organo di rappresentanza a esprimere “umore e preoccupazione” per quanto sta avvenendo. E il Cocer questa volta va giù duro . E chiama in causa il ministro della difesa Ignazio La Russa, il tagliatore di bilanci GiulioTremonti. E Berlusconi stesso che i ministri li rappresenta tutti. “Qualcuno spieghi al presidente del Consiglio il significato dei sacrifici che il Carabiniere fa per garantire la giustizia sociale ed i diritti del cittadino. I Carabinieri rimandano al governo le belle parole ed i ringraziamenti ipocriti”.
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