Un gioco delle tre carte, anzi delle cinque e, alla fine, Ignazio Visco è il nuovo governatore della Banca d’Italia. L’ha spuntata su un agguerrito lotto di concorrenti, “battendo” – se si può usare questo linguaggio sportivo per un incarico così delicato – i candidati più gettonati: Saccomanni, Bini Smaghi, Grilli e la Tarantola. Cerchiamo di ricostruire com’è andata questa lunga mano di gioco, che si è conclusa soltanto ieri sera, dopo una serie di mosse e contromosse.
All’inizio solo due carte
In principio c’erano solo due carte: quella del governatore uscente di Bankitalia, Mario Draghi, era il suo vice, Fabrizio Saccomanni. Ma Draghi e Saccomanni erano sgraditissimi al ministro dell’Economia (e poi alla Lega Nord) Giulio Tremonti, che puntava su Vittorio Grilli, suo braccio destro al ministero. La carta di Draghi sembrava a lungo vincente, ma il duo Tremonti-Bossi riusciva a stopparla. Dalla Bce arrivava, allora, una candidatura esterna, quella di Bini Smaghi, che avrebbe risolto parecchi problemi al governo italiano, che deve cedere un posto nel board della Banca centrale europea e avrebbe dovuto mettere d’accordo tutti.
La rivolta di Bankitalia
Ma a questo punto, contro Bini Smaghi, scattava la rivolta dei vertici di Bankitalia, che mettevano sul tavolo altre due carte. Non vi piace Saccomanni? Allora scegliete Anna Maria Tarantola o Ignazio Visco.
Altrimenti, se arriva un esterno, in un modo o nell’altro ce ne andiamo tutti. Il messaggio è arrivato chiaro e forte non solo al presidente del Consiglio, ma anche al presidente della Repubblica e a tutti i palazzi della politica, che in un momento di crisi economica come questa non potevano rischiare una spaccatura verticale con la Banca d’Italia. Così è arrivato il momento di Ignazio Visco, candidato interno, ma gradito anche al ministro Tremonti.E Visco è stato. Il gioco delle 5 carte per lui è finito bene. La decisione è arrivata dopo un lungo vertice pomeridiano a Palazzo Chigi e dopo un incontro di Berlusconi con Napolitano al Quirinale.
Ignazio Visco ha una lunga carriera passata all’interno della Banca d’Italia e garantisce quindi l’autonomia dell’Istituto dalle intromissioni della politica.
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