Ostiense stazione di Kabul
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Ostiense stazione di Kabul

Sono soprattutto afghani in fuga dalla guerra. 687 pazienti in sei mesi, il 70% non ha i documenti perché si dirige verso il nord Europa. A Roma 1500 rifugiati homeless.

Ostiense stazione di Kabul
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1 Dicembre 2011 - 12.43


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di Raffaella Cosentino

Un centro di accoglienza per i migranti in transito alla stazione Ostiense. E’ la richiesta fatta alle istituzioni, in particolare al Campidoglio, dall’Ong Medici per i Diritti Umani, che lo scorso aprile ha allestito una tendopoli accanto a un binario dello scalo ferroviario per dare assistenza sanitaria ai profughi. Il progetto, che si chiama “Un Camper per i diritti dei rifugiati a Roma”, è stato finanziato per un anno dalla Regione Lazio. L’attività è affiancata da un’unità mobile e da un’equipe multidisciplinare formata da medici, mediatori e operatori socio-legali. Nei primi sei mesi di vita della tendopoli, da aprile a settembre 2011, hanno visitato 687 profughi, in gran parte migranti forzati in transito. La tendopoli può ospitare fino a 150 persone, ma ora rischia di venire smantellata a causa dei lavori per i cantieri dell’alta velocità.

I profughi in fuga dalle guerre che arrivano allo scalo di Ostiense hanno un identikit ben preciso. Sono per il 95% afgani i pazienti visitati dai Medu. L’88% è giovane con meno di 30 anni. Il 99% sono uomini. Appena il 4% proviene da Pakistan, Iran o Iraq e solo l’1% degli homeless visitati alla stazione è italiano. Le statistiche dell’Ong dicono che nel 2010 e 2011 sono aumentate le persone in transito. Sono profughi che non hanno presentato la richiesta d’asilo anche se sono stati foto-segnalati in Italia. “Sono i cosiddetti invisibili, irregolari per il nostro Paese” spiega Alberto Barbieri, coordinatore generale dei Medu. Ecco perché serve un centro d’accoglienza per le persone che non vogliono rimanere in Italia, un fenomeno sempre più grande.

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Conferma ne è il dato sulla permanenza in Italia. Al momento della prima visita il 71% ha dichiarato di essere in Italia da meno di un mese, il 10% da un tempo che varia fra uno e sei mesi e il 19% da più di sei mesi. Il 75% è senza documenti di soggiorno. Questo non perché non abbia diritto all’asilo ma perché, pur essendo stato identificato in Grecia e in Italia, non ha presentato la domanda. Solo il restante 25% è titolare di protezione, di cui il 5% è richiedente asilo, il 15% ha un permesso di soggiorno per motivi umanitari, il 2% ha lo status di rifugiato.

I profughi di Ostiense hanno pagato tra i 6mila e i 10mila dollari per il viaggio dall’Afghanistan all’Europa. Ma non vogliono fermarsi in Italia, sono diretti in Paesi del Nord Europa come la Svezia, dove l’assistenza ai rifugiati è migliore. L’ultimo tratto del viaggio tra Italia e Svezia costa intorno ai mille dollari. Alla scalo ferroviario romano ci sono arrivi e partenze di massa, in gruppi che sono diretti tutti nello stesso posto. “Il regolamento di Dublino 2 non protegge perché gli standard sono diversi nei paesi dell’Unione europea. Diventa un meccanismo ingiusto e in più scarica la pressione sui paesi di frontiera” commenta Barbieri.

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I dati dell’Ong si basano su un monitoraggio realizzato alla tendopoli di Ostiense da aprile a settembre. Negli ultimi due mesi però è aumentata la percentuale dei titolari di protezione, valutata in un 50% di persone con i documenti, uscite recentemente dai Centri di accoglienza per richiedenti asilo come Mineo (Ct) e Borgo Mezzanone a Foggia. “All’uscita dai Cara non c’è nulla per queste persone e finiscono per dormire alla stazione di Roma” commenta Maria Rita Peca, coordinatrice del progetto “Un Camper per i Diritti”. “Tanti richiedenti asilo sono per strada – continua – in più ultimamente ci sono problemi anche per presentare la richiesta di asilo in questura, a causa del sovraffollamento e dei pochi funzionari, per cui vediamo che li rimandano indietro senza avere fatto domanda anche per un mese intero. Ma queste persone rischiano l’espulsione nel frattempo in quanto irregolari anche se avrebbero diritto alla protezione”.

Nella capitale, secondo i Medici per i Diritti Umani, i rifugiati in condizione di precarietà e senza dimora sono almeno 1500. La stima è al ribasso, perché nel corso di un anno vanno sommate alla cifra tutte queste persone in transito. L’anticipazione di un altro monitoraggio fatto a Roma e a Firenze dai Medu che sarà diffuso a dicembre, dal titolo “Città senza fissa dimora”, dice che “almeno il 40% dei senza dimora visitati dai Medu sono rifugiati”. Un dato che significa: il sistema di integrazione non funziona e crea homeless. Di qui l’importanza del camper e della tendopoli alla stazione Ostiense per i profughi in transito. Sia per dare assistenza sanitaria, sia per avere una spia della situazione in tempo reale.

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