Mafia, sciolto il Comune di Nardodipace
Top

Mafia, sciolto il Comune di Nardodipace

La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi.

Mafia, sciolto il Comune di Nardodipace
Preroll

redazione Modifica articolo

14 Dicembre 2011 - 16.09


ATF
di Angela Corica

È stato sciolto, dopo tre anni di lavoro della commissione d’accesso, il Consiglio comunale di Nardodipace, in provincia di Vibo Valentia. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. Il paese più povero d’Italia, un centro di 1419 abitanti, a 1100 metri sul livello del mare: “bisognava arrampicarsi lassù per capire la mafia calabrese, la ‘ndrangheta”, spiega il giornalista Enrico Fierro. Per capire di cosa si parla per lo scrittore “ci devi andare” in questi posti, “devi osservare la vita della gente” perché “anche gli odori ti aiutano a farti una idea”. La ‘ndrangheta è “quel mostro che ti avvinghia alle gambe e ti trascina sempre più giù, nel suo Medioevo oscuro fatto di violenze, soprusi, cultura del “machitelofafare”, qui comandiamo solo noi”. Un Medioevo “moderno”: “ i soldi della droga, la speculazione, le guerre e i morti, gli incestuosi rapporti tra la politica e le istituzioni, tra mafiosi e massoni”. A pochi chilometri c’è Stilo, dove nacque 400 anni fa il frate domenicano Tommaso Campanella, il filosofo de ‘La città del sole’, il sogno, la “rinnovazione del secolo”, laddove “non esistono servi e padroni, ricchi e poveri, dominatori e dominati”. Ma la ‘ndrangheta quei sogni li ha distrutti e si è insinuata in ogni cosa.

Più piccoli sono i comuni calabresi, meno sfuggono al controllo prepotente dei boss, che decidono chi votare e fare vincere alle elezioni, che condizionano il voto, perché così gli conviene, fregandosene dello sviluppo e del futuro dei giovani. Tanto nei paesi di mafia il futuro è dei mafiosi se non vi sono forti azioni di contrasto all’organizzazione criminale. Più piccoli sono i comuni più forte è il silenzio, l’omertà. La paura di parlare, di denunciare i soprusi, di ribellarsi alla cultura mafiosa. Un mondo ancora antico e tanto lontano dall’epoca moderna, la realtà di questi piccoli centri ancora ricchi di tradizioni popolari e folklore.

Oggi non resta che una considerazione: ci sono voluti ben tre anni per sciogliere il Comune di Nardodipace. Già due anni fa i primi tentativi di scioglimento, ma nulla da fare. Altre indagini che hanno portato oggi il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, a questa decisione. “In considerazione dei gravi condizionamenti da parte della criminalità organizzata riscontrati nelle istituzioni locali – si legge in una nota della Presidenza del Consiglio – è stato sciolto il Consiglio comunale di Nardodipace (Vibo Valentia); nella medesima provincia e per gli stessi fini è stato prorogato lo scioglimento del Consiglio comunale di Nicotera”.Va ricordato che la commissione d’accesso fu disposta nel settembre del 2008 dall’allora prefetto di Vibo Valentia, Ennio Mario Sodano, per presunte infiltrazioni mafiose nel Comune a seguito di una inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro.
Per ben due volte i lavori della commissione sono stati prorogati e si sono conclusi con una relazione al Prefetto di Vibo Valentia con il quale si chiedeva lo scioglimento del Consiglio comunale. La commissione si era concentrata principalmente su alcune pratiche approvate e su esponenti dell’ amministrazione comunale.

Ma il provvedimento ha tardato a vedere la luce, tanto che in questi anni numerose sono state le interrogazioni parlamentari al Ministro dell’Interno. E solo oggi lo scioglimento.

Native

Articoli correlati