Liberalizzazioni e le mafiette sottocasa
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Liberalizzazioni e le mafiette sottocasa

Farmacie e taxi. Il ministro Passera: andremo avanti. Sul dietro front protestano Coop e Conad: in fumo 250 milioni di risparmio.

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15 Dicembre 2011 - 16.03


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Corporazioni e privilegi. Anche il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, interviene sulle mancate liberalizzazioni di questi giorni. “La proposta era fatta bene”, ha detto il ministro riferendosi in particolare alla misura del governo di allargare il mercato dei medicinali di fascia C. Poi ha aggiunto: “Quello delle liberalizzazioni è un mondo difficilissimo dove abbiamo incontrato resistenze pazzesche”. Passera ha poi ringraziato le categorie che hanno collaborato, e si è poi soffermato su quelle che non lo hanno fatto: “Ringrazio meno chi si è messo di traverso”, ha detto. Il riferimento è alle minacce dei tassisti e dei farmacisti, che da lunedì minacciavano la serrata se il provvedimento non fosse stato modificato.


Il farmaco è mio e lo gestisco io.
Nonostante la sconfitta di ieri Passera ha però affermato che il governo intende andare avanti sulla strada intrapresa. Se le misure non troveranno spazio in questo decreto l’esecutivo avrà altri strumenti per favorire l’apertura dei mercati. L’intervento di Passera è arrivato all’indomani del fallimento della liberalizzazione dei medicinali di fascia C con obbligo di ricetta. Settore in cui, nonostante il tentativo del governo, tutto o quasi resta com’era. Dopo che le farmacie hanno minacciato la serrata per la cancellazione della norma che toglieva loro il monopolio dei farmaci “etici”, la Commissione Bilancio della Camera ha inserito un emendamento che di fatto uccide l’ultimo tentativo di aprire il settore delle medicine al libero mercato.

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Lobby Federfarma.
Inutili le migliaia di fax che gli aderenti all’associazione nazionale parafarmacie hanno inviato da ieri all’indirizzo della presidenza del Consiglio chiedendo di “non arrendersi alla casta”. Ma l’azione di lobby di Federfarma è, ormai, andata a buon fine. E, infatti, l’associazione ha deciso di sospendere la serrata minacciata ieri. I medicinali a carico del cittadino con obbligo di prescrizione (specialità come gli analgesici o gli antibiotici, ma non solo) non potranno essere venduti nelle parafarmacie e nei corner della Grande distribuzione organizzata, a prezzo libero, come si diceva fino a ieri. Continueranno a essere ostaggio degli esercizi autorizzati, e avranno, come oggi, un prezzo bloccato.


Gli amici degli amici.
La norma scritta dal governo è stata sostituita con un’altra (gli emendamenti sono stati presentati da parlamentari del Popolo della Libertà), che si limita a “declassare” alcuni medicinali di fascia C, spostandoli nella categoria degli Otc, gli unici che oggi possono essere venduti al di fuori delle farmacie. Il nuovo testo del decreto demanda all’Agenzia del farmaco il compito di stilare l’elenco. Fatto sta che per chi aveva creduto alla misura, il cambiamento ha il sapore di una presa in giro. “Si fa strada una liberalizzazione fasulla che mantiene inalterati i privilegi di una casta: quella dei 16.000 titolari delle farmacie in Italia. E non tiene conto del fatto che i farmacisti che lavorano fuori dal circuito delle loro farmacie hanno la stessa professionalità e garantiscono altrettanta sicurezza nella somministrazione.

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Paga ancora Pantalone.
Stralciando di fatto la norma si vanifica un risparmio per le famiglie stimato in 250 milioni di euro”. Così Federdistribuzione-Coop-Conad in merito all’annunciata liberalizzazione dei farmaci. “La norma, così come era stata scritta dal governo, consentiva ai cittadini di avere una lista enorme di medicinali a prezzo scontato, compresi quelli con obbligo di prescrizione. Avrebbero potuto acquistarli in farmacia o in parafarmacia, alla presenza di un professionista”, spiega Paolo Spolaore, presidente dell’Anpi-parafarmacie. “I titolari di farmacia”, hanno sempre osteggiato ogni forma di liberalizzazione del settore sbandierando la tutela del paziente, e ora accettano di buon grado questa formula, che non è altro che una finta liberalizzazione, a favore di pochi e a danno di molti, specie dei cittadini”.

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