Lettera di Natale di Giovanni, 53 anni, disoccupato
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Lettera di Natale di Giovanni, 53 anni, disoccupato

A Palermo, in un quartiere borghese, un geometra disperato, si chiude in casa per morire di fame. Salvato in extremis, dopo 20 giorni. [Onofrio Dispenza]

Lettera di Natale di Giovanni, 53 anni, disoccupato
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

24 Dicembre 2011 - 18.59


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“Aiuto, non ce la faccio più!”. A suo modo, anche Giovanni ha scritto la sua letterina di Natale. Un’unica frase, disperata, su un foglietto attaccato alla porta di casa. Poi, si è chiuso dentro nella speranza di morire di sete e di fame.Venti giorni per farla finita.

Giovanni è un nome di fantasia, desunto dalle iniziali, G.A., date dalla polizia ai cronisti nel raccontare quel che era successo in un appartamento di via Emilia, quartiere borghese di Palermo.

Giovanni ha 53 anni, da uno è disoccupato. Geometra, lavorava alla Protezione Civile. Perso il lavoro, ha smarrito affetti ed amici. Non ha una famiglia, l’unico legame è con la madre ricoverata in una casa di riposo.

Messo il biglietto alla porta, Giovanni si chiude in casa, senza cibo e senza acqua. Per venti giorni. A dare l’allarme, alcuni vicini di casa, gli stessi che in qualche modo, per un po’, avevano dato a Giovanni il minimo indispensabile per arrivare alla sera, per provare a sperare al mattino successivo. Giovanni aveva anche infranto la barriera del pudore, chiedendo l’elemosina per strada. Una condizione impossibile, per questo Giovanni ha sperato di morire alla vigilia di Natale. Quando la polizia è entrata nell’appartamento, una casa lasciata a Giovanni dal padre, l’uomo, quasi disidratato, con la poca forza che gli era rimasta ha detto: “Non ho soldi per mangiare, per pagare le bollette, per vivere… Sono disperato”.

Luce staccata, niente acqua dai rubinetti, tracce di non vita nell’appartamento.
Giovanni ora è in ospedale, dovrà provare a vivere. Vigilia di Natale, mangerà. Mangerà anche domani, giorno di Natale. Per lui, anche qualche piccolo segno di straordinaria solidarietà. Poi dovrà lasciare l’ospedale, tornare in via Emilia, coi suoi 53 anni senza speranza, senza amici e senza affetti. Sarà dura. Comunque, buon Natale, Giovanni!

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