La crisi dimezza gli oboli: una chiesa costretta a chiudere
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La crisi dimezza gli oboli: una chiesa costretta a chiudere

Succede nel trevigiano, dove un parroco è costretto a rifugiarsi in un altro tempio visto che nel suo non riesce a pagare i riscaldamenti. Riaprirà a Pasqua.

La crisi dimezza gli oboli: una chiesa costretta a chiudere
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redazione Modifica articolo

2 Gennaio 2012 - 13.57


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Il prete non se l’è sentita di chiedere ai propri parrocchiani di patire un po’ il freddo invernale e così ha deciso di mettere i sigilli alla sua chiesa. Don Stefano Taffarel gestisce comunità a Fontanelle, nel trevigiano. Le temperature di questi mesi sono troppo basse e dire messa senza i riscaldamenti è un’impresa anche per lui. Così ha deciso di chiudere i battenti, alemno fino a quando non farà più caldo.

La crisi grava sui portafogli dei parrocchiani, che hanno ridimensionato di molto le offerte, tanto da non consentire più di pagare le spese per elettricità e riscaldamento, e allora la Chiesa dei santi Pietro e Paolo aprirà in inverno solo in occasioni di funerali e feste particolari. Nel frattempo le celebrazioni verranno spostate in una chiesa più piccola, in centro a Fontenelle, che date le dimensioni richiede costi più bassi per il riscaldamento. Il parroco di Fontanelle l’ha comunicato ai fedeli prima di Natale, che certamente non si saranno meravigliati della decisione. Insomma, anche le parrochie adesso devono tirare la cinghia e sperare in un anno migliore, che però non comincia con buoni auspici.

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