Adesso non ho paura. Così Giovanni Tizian, giovane giornalista precario che da qualche anno si occupa di mafia. Una storia difficile la sua: padre ucciso dalla ‘ndrangheta in Calabria e adesso costretto a vivere sotto scorta: due uomini lo proteggeranno.
Da cosa? Da chi?
Posso immaginarlo ma non lo so. Non ho mai subito minacce ma lo Stato, e lo ringrazio, ha voluto proteggermi. Il 22 dicembre scorso mi hanno chiamato e mi hanno detto che avrei avuto degli angeli custodi. Io sono caduto dalle nuvole, ma va bene così.
Come è cambiata la tua vita?
E’ cambiata totalmente. Adesso devo comunicare ogni mossa agli agenti, che mi seguono ovunque e per noi giornalisti non è facile. Noi viviamo dell’imprevisto, ma in questa situazione è impossibile.
La tua famiglia è stata già nel mirino della mafia…
Sì, nel 1986 mio padre è stato ucciso in Calabria, sotto i colpi di una lupara della ’ndrangheta. Dopo 5 anni dalla tragedia mia madre ha deciso di trasferirci a Modena.
Quindi dopo quanto è successo hai deciso di occuparti di malavita per lavoro?
Non proprio. Ho intrapreso gli studi in Criminologia e mi sono laureato con una tesi sulle ramificazioni internazionali della ’ndrangheta. Poco dopo ho iniziato l’attività di giornalista per la Gazzetta di Modena, Linkiesta e Narcomafie. A dicembre ho pubblicato il libro “Gotica. ’Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”, trecento pagine che intrecciano giochi d’azzardo, infiltrazioni nelle imprese del nord, pizzi e droga, con documenti, atti, nomi e cognomi.
Hai meno paura adesso…
Sì, mi sento meno solo. Negli ultimi giorni in molti mi stanno dimostrando affetto.
E infatti, in solidarietà a Giovanni, è stato creato un coordinamento della redazione di Libera Informazione e dell’associazione Articolo21
[url”Il coordinamento di Libera Parma al fianco di Giovanni Tizian “]http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=16421 [/url]
[url”Tizian sotto scorta, società civile si mobilita “]http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=16422[/url]