Una lite o una faida tra fascisti. Per il ferimento dell’ex neofascista dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) Francesco Bianco è stato arrestato il leader del circolo di estrema destra Carlo Giannotta, ritenuto il mandante della gambizzazione. L’uomo è stato fermato questa notte su ordine della procura di Tivoli, mentre i carabinieri hanno eseguito una decina di perquisizioni negli ambienti vicini al circolo neofascista.
Sulla responsabilità di Giannotta come ispiratore dell’agguato gli inquirenti non hanno dubbi, mentre non è ancora chiaro se sia stato lui o un suo complice a sparare. La sera del 2 gennaio, infatti, attraverso l’analisi delle celle telefoniche è stato accertato che Giannotta si trovasse a Tivoli Terme, luogo della sparatoria, ma l’esame comparato tra fattezze fisiche e filmato dello sparatore (che aveva il casco integrale) non dà amcora certezze sull’esecutore materiale.
I motivi? Politici, ma soprattutto personali. I due, infatti, erano entrati in duro contrasto sulla gestione di circolo di Acca Larenttia; sulle cose materiali da fare. Non tanto sulla linea politica. Il dissidio è diventato così acuto che Giannotta, secondo l’accusa, avrebbe a quel punto deciso di dare un avvertimento o una posizione esemplare al camerata.
Fin qui la cronaca della vicenda di cronaca nera. Doppiamente nera. Resta l’iquietudine di una presenza neofascista che a Roma e in provincia si è fatta sempre più palpabile e che vede tanti piccoli gruppi, magari rivali tra di loro, attivi e presenti sul territorio. Ora anche il circolo di Acca Larentia, che solo pochi giorni fa voleva mettere una targa di condanna al comunismo. Faida tra fascisti. Ora si sparano anche tra di loro.
