Ronde dei tassisti: botte a chi lavora
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Ronde dei tassisti: botte a chi lavora

L'ultimo caso a Milano: alcuni colleghi hanno picchiato e rapinato un tassista che non partecipava alla serrata. Danneggiata anche la sua auto.

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20 Gennaio 2012 - 17.16


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Un tassista che lavorava nonostante lo stato di agitazione della categoria è stato picchiato a Milano da alcuni colleghi, che hanno danneggiato la sua auto e gli hanno preso 50 euro. Uno di loro è stato riconosciuto e arrestato dalla polizia in piazza Duca d’Aosta, dalla stazione centrale. Per lui l’accusa è di rapina in concorso.

Un caso isolato? No. In questo giorni ci sono stati molti casi simili, anche se quello di Milano è stato di entità maggiore. A tutti gli effetti si è creata una situazione di “ronde” di fatto, con tassisti che dimostrano intolleranza e molta aggressività verso chi è più morbido verso la protesta.

Intorno alle 11,un tassista di 37 anni di nome Stefano ha raccontato a una Volante di essere stato aggredito dopo aver lasciato un cliente all’ingresso Scarampo della Fieramilanocity. Ha raccontato che un taxi gli ha tagliato la strada e quando è sceso per chiedere spiegazioni, l’autista gli ha ricordato lo stato di agitazione e gli ha dato due pugni. A questo punto, a piedi sono arrivati altri quattro uomini. Tre hanno tenuto fermo Stefano, mentre il quarto ha danneggiato il suo taxi rompendo lo specchietto retrovisore, danneggiando portiera e parafanghi e cercando di rompere un vetro con una sassata. L’uomo che l’ha picchiato ha poi preso cinquanta euro che erano sul taxi. E poi tutti si sono allontanati. La descrizione data dalla vittima è stata diffusa dalla polizia che in Stazione centrale ha arrestato Maurizio N, di 52 anni. Adesso si cercano i suoi complici.

Le targhe dei “crumiri” strappate come scalpi
Poca la solidarietà verso il collega aggredito, tra i tassisti nel parcheggio della Stazione centrale di Milano, dove fanno bella mostra di sè, appese come scalpi, alcune targhette con le sigle strappate agli autisti che lavorano nonostante lo stato di agitazione. «Siamo esasperati e preoccupati – dicono – i colleghi che lavorano meritano tutto il nostro disprezzo». «Qui c’è gente disperata che ha ipotecato la casa» spiegano per raccontare la loro esasperazione e la preoccupazione che si allarghino le licenze, cosa che «non farà abbassare le tariffe, ma solo guadagnare meno ai tassisti»

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