Attentato al Papa e le bufale diventano scoop
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Attentato al Papa e le bufale diventano scoop

Lo scoop del Fatto Quotidiano ricorda le "bombe di mercato" di Biscardi. E solo i nomi di certi personaggi avrebbero dovuto mettere in guardia.

Attentato al Papa e le bufale diventano scoop
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11 Febbraio 2012 - 09.20


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di Francesco Peloso


[i]Volano dossier in Vaticano.
“Il Fatto” parla di fantomatici complotti mortali contro il Papa, veline in tedesco diventano documenti scottanti, ma sembrano un po’ le vecchie ‘bombe di mercato’ di Biscardi. Di vero c’è che nei sacri palazzi non si respira un’aria tanto fresca, anzi. Molti dei personaggi coinvolti hanno già perso in passato la loro credibilità e la lotta per la successione a Ratzinger entra nel vivo. Altrove la Chiesa ha altre priorità. [/i]


Le lotte interne
al Vaticano e il progressivo indebolimento del Papa provocano la fuoriuscita di sempre nuovi, a volte incredibili, documenti. Come quello pubblicato oggi dal “Fatto quotidiano” secondo cui ci sarebbe un non meglio precisato complotto contro il Papa. La storia – documentata da un ‘rapporto’ che sarebbe anche stato consegnato di recente a Benedetto XVI – è un po’ intricata e sembra costruita come un feuilleton dalla trama incerta. L’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, durante un incontro con una delegazione cinese e con imprenditori italiani avvenuto nel Paese dell’estremo oriente nel novembre 2011, avrebbe annunciato la morte del Papa entro 12 mesi. Nessun attentato, dunque, nelle parole del porporato, ma una sorta di macabra profezia per l’anziano Pontefice che del resto sta per compiere 85 anni.


“Trama” cinese.
A questo punto la notizia del colloquio fra il cardinale Romeo e i cinesi sarebbe giunta alle orecchie di un altro porporato, Dario Castrillon Hoyos, che poi a sua volta avrebbe fatto avere un appunto in tedesco allo stesso Ratzinger. Nel testo della nota si farebbe anche riferimento all’ipotesi della successione al Papa-teologo; il nome in pole position sarebbe quello del cardinale Angelo Scola, attuale arcivescovo di Milano; personalità questa, si aggiunge, non gradita al cardinale Tarcisio Bertone attuale Segretario di Stato. La storia, a guardarla così, lascia assai perplessi, per altro in Vaticano – posto che il documento sia autentico – si fanno report e note anche su vicende minori, su questioni che si ritiene comunque di dover segnalare anche se questo non significa dargli peso.


Il dossier esiste.
Padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, ha commentato in modo sintetico: “Si tratta evidentemente di farneticazioni che non vanno prese in alcun modo sul serio”. D’altro canto è lo steso ‘Fatto’ ad ammettere che di omicidio del Papa non si parla, si tratta piuttosto, spiegano, di “un’ipotesi come deduzione logica” . In realtà, al di là dei fantomatici complotti, quello che emerge da questa storia è l’indebolimento progressivo – anche fisico – del Papa, un decadimento umano e inevitabile che porta con sé, tuttavia, una sequela di dossier, voci incontrollate, cospirazioni vere o presunte.


Ancora Bertone Scol.
Certo tutta la vicenda danneggia non poco il cardinale Scola, che è per davvero fra gli uomini di punta candidati alla successione di Benedetto XVI e però che il suo nome venga associato a un’ipotesi di complotto, sembra essere una polpetta avvelenata di prim’ordine. E poi torna alla ribalta Castrillon, uomo della destra conservatrice della Chiesa, colombiano, amante della messa in latino secondo il rito preconciliare, difensore della linea dell’omertà nei casi di abuso sessuale, responsabile per lunghi anni dell’ufficio Ecclesia Dei, l’organismo che fu incaricato di gestire la trattativa con i lefebvriani. A lui, in parte, è stato imputato il caos della vicenda legata alla revoca della scomunica di monsignor Richard Williamson, uno dei quattro vescovi lefebvriani noto per le sue posizioni negazioniste della Shoah.


Vecchi e rancori.
Dunque il redivivo Castrillo, che ha 83 anni, avrebbe dato il fantomatico appunto al Papa. Poi viene tirato in ballo Romeo, l’arcivescovo di Palermo, ex nunzio apostolico in Italia che -addirittura in Cina- avrebbe profetizzato la scomparsa del Pontefice (per altro fra le ipotesi umanamente comprensibili considerata l’età del Papa). Romeo non è uomo vicino a Scola, ma forse conta soprattutto che non ha molto da perdere in questa vicenda. Infine arriva, inevitabile, il riferimento a Bertone che non gradirebbe Scola come successore di Ratzinger. E che fra l’attuale Segretario di Stato e l’arcivescovo di Milano non sia tutto rose e fiori, è cosa nota. La lotta per la successione al Pontefice tedesco è davvero cominciata.

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