Ha l’ambizione di essere un “nuovo modello”. “Difesa light” battezza il premier Mario Monti che ha parlato di “riforma strutturale importantissima”: “Il ministro Di Paola ci ha presentato un modello di riforma basato su una profonda analisi sia di tipo strategico in relazione allo scenario internazionale, sia su considerazioni economiche”. L’ammiraglio-ministro intende privilegiare gli aspetti operativi della Difesa, e strizza l’occhio anche ai pacifisti: l’Italia infatti ha deciso di rinunciare a 10 dei 40 caccia bombardieri del “carnet” messo a punto nel 2002.
“Abbiamo riportato il progamma Jsf in equilibrio come anche altri programmi – ha spiegato Di Paola in conferenza stampa – si tratta comunque di un piano molto importante dal punto di vista industriale, economico e anche occupazionale”. Insomma, l’ammiraglio la butta sulla “fame di lavoro”: “i sono investimenti importanti di realtà industriali che si stanno realizzando a Cameri (Novara). Più di venti aziende hanno vinto contratti e ci sono circa diecimila posti di lavoro potenziali”, ha ricordato.
“Bisogna spendere quindi meglio le risorse a disposizione, che – ha tenuto a rilevare Di Paola – sono comunque minori rispetto a quelli degli altri Paesi europei: in media per ogni 100 euro di ricchezza nazionale prodotta 90 centesimi vanno alle forze armate in Italia, contro 1 euro e 60 centesimi dell’Unione. E questi fondi, circa 13 miliardi di euro, sono anche spesi male: per il 70% al personale e solo il 30% ad investimenti e capacità operative. Riequilibrare le risorse da mettere a disposizione, portando al 50% le spese per il personale e il 50% tra investimento e addestramento”.
Nel mirino del ministro gli alti gradi: 425 generali. Mentre c’è carenza di volontari in servizio permanente, la truppa. Troppi marescialli, addirittura 55mila rispetto ai 25mila previsti. L’obiettivo: 140-150mila unità nel giro di pochi anni, rispetto ai 178mila attuali. Da raggiungere attraverso l’esodo verso altre amministrazioni ed i prepensionamenti che riguarderanno soprattutto gli ultra cinquantenni, in coerenza con le esigenze di una Difesa più giovane ed operativa.
“Confermare gli F35 è irresponsabile” – contesta il portavoce della Tavola della Pace Flavio Lotti, che osserva: “Dunque, tagliare si può, le spese militari non sono intoccabili, si possono tagliare senza compromettere la sicurezza del nostro paese. Per anni ci hanno detto il contrario accusandoci di essere degli irresponsabili, degli incoscienti, dei sognatori. E così hanno sprecato una montagna di soldi”. “Ora tocca al Parlamento – dice ancora Lotti – dirci a che ci serve comperare queste spaventose macchine da guerra?”.
Oggi i numeri saranno più chiari, perché il ministro andrà ad illustrare la riforma alle Commissioni competenti di Camera e Senato.