“Pronto, sono preoccupata, mio figlio è un artigiano in gravi difficoltà, non sa come uscirne, non sa dove battere la testa. Vi chiedo di aiutarlo, non voglio che anche il suo caso finisca in tragedia…”. Il grido di allarme di questa madre cinquantenne è uno dei tanti raccolti in questi primi giorni di esperienza dal numero verde antisuicidi, 800.130131, attivato da Confartigianato per evitare che la crisi economia mieta altre vittime tra artigiani e piccoli imprenditori.
Lo scenario è lo stesso, quello che le cronache locali e Globalist hanno proposto nelle scorse settimane; cronache che solo qualche volta sono passate sulla prima pagina dei giornali nazionali. Ancora il Veneto, un tempo ormai lontano triangolo d’oro di un Paese che ora subisce il volto più duro della crisi. Accade proprio qui, dove è passata la ricchezza.
Il servizio telefonico fornisce alle aziende in crisi un sostegno legale e psicologico, in collaborazione con l’Usl e la Caritas. Dal lunedì al venerdì, dalle 14.30 alle 18, rispondono tre operatori, negli altri giorni e nelle fasce orarie non coperte dai volontari si può lasciare un messaggio in segreteria. E il telefono squilla ogni giorno: all’altro capo un imprenditore in difficoltà, un artigiano disperato.
Lo spaccato che vien fuori dalle telefonate sarebbe da portare al tavolo dei confronti politici sulla crisi. C’è il titolare di una ditta che ha tentato il suicidio tre volte; c’è l’imprenditore costretto a gestire il fallimento dal letto di una corsia di ospedale; c’è l’artigiano che ha cessato ogni attività ma che è inseguito da debiti e non sa come uscirne. Debiti pregressi, Equitalia alle calcagna, parenti che ti hanno prestato i soldi; soldi che non puoi restituire. “Life Auxilium” – così si chiama il servizio – fa anche da intermediario con Equitalia per alleggerire la posizione, dilazionare il debito; guida l’artigiano nella fase delicata che porta alla cessazione dell’attività quando non resta altro da fare.
I volontari raccontano la disperazione, ma con orgoglio anche i successi del loro lavoro: l’artigiano che per tre volte aveva tentato di farla finita è stato aiutato a rimettersi in piedi per ricominciare; un altro imprenditore è stato aiutato a trovare un accordo con Equitalia e questo gli ha consentito di respirare. Altri ancora sono stati salvati dall’usura, assistiti nelle pratiche quotidiane perché non avevano i soldi per il supporto di un commercialista.
Ci sono tutte le categorie: imprenditori di ogni settore, falegnami, edili, operatori del settore meccanico. Il servizio è partito da una iniziativa presa ad Asolo-Montebelluna, presto si estenderà all’intera provincia di Treviso. Ma già telefonano da tutto il Veneto, per questo si stanno mettendo insieme le forze per aprire altri sportelli. In attesa, il presidente di Confartigianato di San Donà, il paese dell’ultimo suicida, Ivano Polita, con gli amministratori locali, ha convocato una assemblea per il prossimo 26 marzo, alle 20, al cinema “Pascutto” di San Stino di Livenza. La speranza è che ci siano i politici, quelli che possono decidere, per esempio una legge che garantisca pagamenti certi e puntuali, comportamenti diversi delle banche. Il presidente di Ance Venezia ha fatto una proposta:”Perché non si decurtano dalle tasse i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione?” Quando i grandi problemi hanno una soluzione a portata di mano.