Alla sua veneranda età ci si sarebbe aspettati che per l’ex direttore del Tg4 la strada fosse ormai essere in discesa. E invece dopo la cacciata dal suo mirabolante telegiornale, lo aspettano al varco i pm milanesi per chiedergli di quei pochi spiccioli, che aveva tentato di depositare in Svizzera. Una cifretta da niente quei 2 milioni e mezzo di euro, che potevano assicurargli una tranquilla pensione.
Tutto è partito dall’esposto di un anonimo alla Procura di Roma, che denunciava nel dicembre scorso proprio il tentativo si sottrarre all’erario italiano quel gruzzoletto. Le procure, si sa, tra loro si parlano intrecciando informazioni. E così, proprio mentre i pm Emilio Fusco e Massimiliano Carducci cercavano di capire che fine avessero fatto i soldi del fallimento di alcune società dell’agente dei vip Lele Mora.
La cifra che la banca Svizzera non avrebbe consentito a Fede di depositare, guarda caso corrisponderebbe alla stessa somma che manca nei libri contabili della Lm Management, proprio la società di Mora. I pm milanesi, infatti, hanno un fascicolo aperto da mesi a carico di Fede per concorso in bancarotta, perchè, secondo l’accusa e la versione di Mora, si sarebbe trattenuto circa 1,2 milioni di euro degli oltre 2,8 milioni di euro che l’agente dei vip aveva ricevuto in prestito da Silvio Berlusconi quando la sua Lm Management era sull’orlo del crack.
L’ex direttore del Tg4, difeso dagli avvocati Nadia Alecci e Gaetano Pecorella nega, comunque, di aver trattenuto quei soldi del prestito di Berlusconi a Mora e di aver portato una valigetta in Svizzera a dicembre. E l’inchiesta aperta a Milano vede accusato, oltre a Fede, lo stesso Mora – che ha già patteggiato 4 anni e 3 mesi per bancarotta – di bancarotta per il suo fallimento personale come imprenditore individuale e la figlia del talent scout, Diana, per il fallimento della Diana Immobiliare.
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