La cronaca della crisi è ormai un bollettino di guerra
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La cronaca della crisi è ormai un bollettino di guerra

Ieri a Treviso, oggi a Ragusa. Continua il rosario degli imprenditori suicidi. Vincenzo, nel ragusano, viveva dei prodotti di serra. Aveva solo 28 anni. [Onofrio Dispenza]

La cronaca della crisi è ormai un bollettino di guerra
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

13 Aprile 2012 - 17.26


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di Onofrio Dispenza

L’Italia è una, anche nel dramma. Ieri un imprenditore agricolo a Treviso, oggi un imprenditore agricolo a Donnalucata, nel ragusano. L’uno e l’altro si sono uccisi per disperazione, per la crisi economica che aveva reso assai incerto il futuro delle loro imprese. Quarantotto ore prima, un altro suicidio.

Nel ragusano, Vincenzo aveva appena 28 anni. Lascia la moglie e due figli, come si dice in questi casi nelle note di cronaca. Vincenzo era titolare di una serra ed è stato all’interno di una sua serra che è stato trovato, impiccato, dal padre. Vincenzo negli ultimi tempi era apparso assai preoccupato, depresso, ma la famiglia non avrebbe mai pensato che sarebbe finita così.

Vincenzo a Ragusa, come l’imprenditore agricolo veneto, con la crisi economica resa più pesante dal tempo avverso che aveva vanificato il raccolto.

Il rosario della crisi non finisce qui. Il bollettino oggi ci dice anche di un altro imprenditore veneto che si è sparato appena uscito dallo studio del commercialista. Le notizie che aveva avuto dal professionista non erano rassicuranti. E’ accaduto a Montecchio Maggiore, nel vicentino. Fortunatamente, in questo caso, l’uomo dovrebbe farcela. Quando uscirà dall’ospedale, rientrerà nell’incubo quotidiano della recessione.

Dunque, i numeri della crisi sono quelli di una guerra. Per questo, Adiconsum e Filca-Cisl hanno dato vita, proprio oggi, all’Associazione dei familiari degli imprenditori suicidi. Contro l’indifferenza, contro il silenzio e la solitudine. L’associazione punta l’indice accusatore contro la crisi, il sistema fiscale e contro il sistema bancario.

L’associazione nasce in un luogo simbolo, il centro parrocchiale di San Sebastiano di Vigonza, in provincia di Padova. In questa stessa sala, due settimane fa Laura Tamiozzo, 29 anni, figlia dell’imprenditore suicida vicentino Antonio Tamiozzo, aveva parlato “da imprenditrice a imprenditrice”, con una lettera inviata a Flavia Schiavon, figlia di Giovanni Schiavon, titolare di una impresa edile di Vigonza morto suicida nel dicembre dello scorso anno.

Storie che abbiamo raccontato. Storie di uomini e di lavoro, tragici manifesti strappati repentinamente dal silenzio e spazzati via dal vento dell’indifferenza.

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