Oggi è l’ultimo giorno dei test Invalsi che valutano la preparazione dei nostri studenti in matematica e italiano. Ma non sarà una giornata tranquilla. Larga parte del mondo scolastico minaccia boicottaggi e barricate. Dopo le prove della scorsa settimana che hanno visto impegnati gli alunni delle classi seconde e quinte elementari e prime medie (più di 1 milione e 700 mila ragazzi), tocca ora ai liceali del secondo anno: circa 533 mila. A chiudere il calendario 2012 sarà poi la prova nazionale inserita negli esami di terza media, l’unica che peserà per legge sul voto finale.
Secondo Roberto Ricci, responsabile del Servizio nazionale di valutazione, la prova rappresenta «uno strumento per fornire al sistema nel suo complesso, e alle scuole individualmente, una valutazione dei livelli di apprendimento raggiunti in alcuni ambiti fondamentali per l’accesso alla cittadinanza». Quello che un tempo era il «leggere e fare di conto» e che ora si declina in «buone capacità di lettura e possesso di capacità matematiche adeguate». Nè scontate nè assodate, peraltro, come ha sottolineato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Che dopo aver consultato l’ultimo Rapporto Invalsi sugli esami di maturità 2009-2010 ha concluso che «i nostri giovani sanno troppo poco: non conoscono le lingue, italiano compreso e neanche i rudimenti della matematica».
Contro test Invalsi il coro di proteste è molto nutrito. I Cobas annunciano scioperi di docenti e personale Ata. E hanno organizzato un sit in di protesta a Roma, davanti al ministero di Viale Trastevere, «contro la miserabile scuola-quiz», dice il portavoce nazionale Piero Bernocchi. L’Associazione professionale sindacale Anief parla di «verifiche tutte da rivedere, che non servono, non aiutano gli studenti e nemmeno le scuole a migliorarsi». L’Unione degli Studenti proclama il boicottaggio dei test in centinaia di scuole «per opporsi categoricamente al modello di scuola e di valutazione che ci vogliono imporre che non tiene conto delle conoscenze critiche degli studenti e non valorizza i percorsi di studio nelle classi». Lo afferma Carmen Guarino, responsabile valutazione dell’UdS. Che spiega le modalità della protesta: cortei fuori dagli istituti, assemblee autoconvocate, volantinaggi e, nelle classi, studenti che consegneranno le prove in bianco.