Brindisi ci ricorda che cos'è la mafia, dolorosamente
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Brindisi ci ricorda che cos'è la mafia, dolorosamente

Quanto accaduto oggi non deve farci dimenticare le odiose polemiche dei giorni passati. E' l'ora della serietà, non delle comiche!

Brindisi ci ricorda che cos'è la mafia, dolorosamente
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19 Maggio 2012 - 16.32


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Solo pochi giorni fa qualcuno ha avuto l’ardire di affermare: “Cosa nostra non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo.” Capito?

Che cos’è questo cinismo, questa cialtroneria, questo qualunquismo elettorale. Certo, era difficile immaginare che la malavita organizzata avrebbe colpito come ha colpito oggi a Brindisi, seminando i panico davanti a una scuola, uccidendo una ragazza di sedici anni. Ma “Cosa nostra” non aveva mai ucciso? Non aveva mai strangolato? Non aveva mai fatto saltare per aria? Non aveva mai sciolto nell’acido? E’ strumentale ritirare fuori questa frase oggi?

No, a nostro avviso non lo è! Bisogna rendersi conto di dove può condurci la strumentalizzazione, l’uso della giusta rabbia popolare contro le tasse, imposte da politici spesso (se non quasi sempre) imprensatabili. E’ una deriva quella che porta a pronunciare farsi del genere per prendere quattro votarelli alle comunali di Parma o di Palermo, come sono state tante altre le derive nella vita politica del nostro Paese. Vogliamo ricordarle tutte? Vogliamo ricordare chi eleggeva i Lima e i Ciancimino, vogliamo ricordare chi cercava la protezione della mafia, vogliamo ricordare gli oscuri stallieri, vogliamo ricordare l’oscura trattativa, vogliamo ricordare chi difendeva Vasavasa Cuffaro?

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Sì, vogliamo ricordare tutto questo, ma vogliamo anche mettere in guardia dal cupio dissolvi: davanti a mali estremi come la bancarotta del Paese, che metterebbe sul lastrico i poveracci più dei ricconi, il medico serio non ha che estremi rimedi. Sparargli contro arrivando a dire che la mafia è meglio, visto che si limiterebbe a prendere il pizzo, è uno dei mostri elettoralistici prodotti dal sonno della ragione.
La lunghissima storia di collusione tra pezzi del nostro sistema politico e le nostre malavite organizzate è una delle cause dello stato comatoso della nostra economia.

Un ministro, qualche mese fa, si permise di chiedere un’errata corrige a “Vieni via con me” perchè lì ci si era permessi di dire che nel suo nord di affari con le mafie se ne sapeva qualcosina. Ora quella “richiesta di errata corrige” fa sorridere, o no? Ecco: bisogna sempre diffidare dei populisti, dei celoduristi, di chi risolve tutto con slogan tanto urlati quanto sgangherati. E capire che questo Paese deve rimboccarsi le maniche, davvero. Scegliendo la strada della serietà, non delle comiche!

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