“E’ vergognoso e inaccetabile che dopo 32 anni si sappia che hanno abbattuto un aereo civile in tempo di pace e non si sappia chi è stato: non conoscere gli autori di quell’evento è il pezzo di verità che manca”. Nell’anniversario della strage di Ustica è duro il messaggio della presidente dell’Associazione delle vittime Daria Bonfietti, lanciato durante la commemorazione tenutasi a Bologna, a Palazzo D’Accursio, insieme al sindaco Virginio
Merola e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in rappresentanza
delle due città tra cui volava il Dc 9 Itavia quando precipitò in
mare, davanti alle coste siciliane, provocando la morte di 81 persone.
“Invito il governo e la diplomazia italiani ad attivarsi presso
gli stati che hanno ricevuto le rogatorie in maniera un po’ più determinata, forte e convinta affinché i Paesi alleati rispondano” ha
continuato l’ex senatrice, ricordando che “il Belgio ha risposto e ha
detto per la prima volta di avere delle cose da dire ma che non ce le
dice per interessi superiori e militari, eppure si chiedeva solo della
presenza di loro aerei a Solenzara”.
“Allora – ha sollecitato
Bonfietti – vogliamo chiedere al Belgio questa impossibilità di darci
la sua versione?”.
Ma il nodo da sciogliere resta la Libia. “Abbiamo presentato alla Procura di Roma un’istanza affinché si cerchi Abdel Salam Jalloud (ex primo
ministro del regime di Gheddafi), che si dovrebbe ancora trovare in
Italia, e lo si interroghi” ha proseguito la presidente
dell’Associazione, ricordando che la Libia non ha mai risposto alle
rogatorie, quando invece “Gheddafi ha sempre rivendicato di essere lui
la vittima designata di quella notte, quindi crediamo che dalle carte
possano emergere elementi in più per chiarire la verità”.
E proprio il fronte libico è legata anche alla necessità di “fare luce sul Mig
libico caduto sulla Sila e ritrovato 18 giorni dopo” la strage di
Ustica.
E poi c’è ancora la questione dei risarcimenti
alle famiglie, oltre 100 milioni che lo Stato dovrebbe versare ai
parenti delle vittime, ma che è stato sospeso. Secondo Bonfietti
“c’è fatica da parte delle istituzioni del nostro Paese ad accettare
la verità che il Dc9 è stato abbattuto”. “Quando il Tribunale civile
di Palermo condanna il ministero della Difesa e quello dei Trasporti e
quindi determina dei risarcimenti, ma l’Avvocatura dello Stato ne
chiede la sospensione – ha rimarcato Bonfietti – io non contesto il
fatto che il condannato usi le armi che il diritto prevede, ma
contesto il fatto che l’Avvocatura stia chiedendo ai suoi ministeri di
non accettare questa verità, non dando luogo ai risarcimenti”.
“Ora aspettiamo l’appello, ma il dramma è che stato fissato al
2015 – ha spiegato l’ex parlamentare – e questa non è giustizia”. In
questo modo, “ci si vieta di vedere prevalere la verità e la
responsabilità dei nostri ministeri”.
Infine resta da capire il ruolo dei servizi segreti in tutta la vicenda che, secondo Bonfietti, “avrebbero dovuto essere gli occhi che controllano
quanto di doloso avviene in Italia, ma purtroppo non sempre è stato
così nella nostra storia”. Anche per questo, l’associazione chiede
ormai da anni di aprire gli archivi e di rendere disponibili le carte
dell’intelligence italiana.