Davvero curioso si vedere il Tg2, oggi… Lecco – Animali in viaggio, sì: ma in questo caso dal “suo” canile – “non a norma coi requisiti di legge” – verso “altre strutture rifugio”. Solo tre giorni fa una raggiante Michela Vittoria Brambilla, dopo avere gioito per la chiusura dell’allevamento-lager Green Hill, esultava a bordo di un Frecciarossa con l’ad delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti per l’accordo che permetterà agli animali di viaggiare sui treni ad alta velocità. Adesso per l’ex ministro del Turismo, ultra-animalista, rappresentante della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, arriva la beffa.
Il Comune di Lecco ha stabilito che il canile municipale – gestito da dieci anni dalla Brambilla attraverso la sua Leida (Lega italiana per la difesa degli animali; prima si chiamava Lida) – non potrà più accogliere gli oltre 150 cani che sono ospitati: troppo vecchio, troppo angusto e insicuro, insomma, non a norma con la legge della Regione Lombardia. La lettera, inviata alla stessa Leida e ad altre associazioni animaliste, alle quali si chiede aiuto, è firmata dall’assessore alle attività produttive Armando Volontè. “La struttura del canile – scrive il Comune – è molto vecchia e non risponde più ai requisiti di legge. L’amministrazione, per i vincoli derivanti dal patto di stabilità, non è in grado di porre mano alla ristrutturazione dell’attuale edificio, né ha a disposizione aree dove poter edificare un nuovo canile rifugio”.
Il Comune di Lecco, senza tanti giri di parole, dopo avere affidato per dieci anni il canile alla Brambilla (affidamento diretto nel 2002, 540mila euro di spesa), adesso glielo toglie perché fuori legge. “Dobbiamo temporaneamente individuare altre strutture dove poter collocare i cani”, hanno messo nero su bianco negli uffici di piazza Diaz. Un bello smacco per chi ha fatto della battaglia per i diritti degli animali una missione di vita. Quasi un contrappasso per una pasionaria che, appena una settimana fa, festeggiava per il sequestro di Green Hill, dove i cani destinati alla vivisezione erano allevati in condizioni indecenti.
Che anche nel canile lecchese i quadrupedi non se la passassero proprio benone lo ha verificato l’Asl. Dai sopralluoghi è emerso che la struttura è a dir poco carente: box e gabbie insufficienti e inadeguate; ambulatori inesistenti o non a norma; niente ambienti per il lavaggio e la disinfezione delle attrezzature e nemmeno acqua calda; mancano anche gli spogliatoi e i servizi igienici per il pubblico. Nella relazione si fa notare, inoltre, che “il canile presenta grosse lacune per quanto previsto dalla legge 626”.
Dai documenti dell’Asl è emerso anche che, tra i cani attualmente detenuti, una settantina appartengono all’associazione della Brambilla: e questo nonostante il Comune l’avesse già diffidata dalla “detenzione di cani privati” nella struttura pubblica. Anche da qui la decisione di chiudere il canile. Dice Susanna Chiesa dell’associazione Freccia 45: “Dopo cinque anni dal nostro esposto sulla gestione del canile finalmente viene fatta chiarezza sulla gestione di una struttura che avrebbe dovuto essere chiusa anni fa”. Lo stop del Comune adesso fissa i tempi: la gestione della Leida finirà il 30 novembre 2012. Entro quella data, ma possibilmente anche prima, tutti i cani dovranno trovare una nuova sistemazione.