Valter Lavitola, detenuto nell’inchiesta sui finanziamenti all’editoria, ha ricevuto una nuova ordinanza di custodia. È accusato di concorso in estorsione ai danni di Silvio Berlusconi.Con la stessa accusa è finito in manette Carmelo Pintabona, presidente di Fesisur (Federazione associazioni siciliane in Sud America). L’arresto di Carmelo Pintabona è stato eseguito a Palermo da militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli. Le accuse contestate a Valte Lavitola e Pintabona sono di estorsione aggravata ai danni dell’ex premier Silvio Berlusconi e trasferimento fraudolento di beni.
Ha spiegato il procuratore aggiunto di Napoli Francesco Greco che le indagini che hanno portato alle ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Valter Lavitola e Carmelo Pintabona hanno preso in considerazione le condotte dell’ex direttore dell’Avanti dopo l’avvio della sua latitanza in Sud America e i «supporti logistici operativi e finanziari» su cui ha potuto contare durante quel periodo nonchè i contatti mantenuti con l’Italia. Secondo l’ipotesi accusatoria, è emerso tra l’altro – spiega Greco – che durante la latitanza Lavitola, contando sul fondamentale supporto fornito da Pintabona, ha potuto inoltrare richieste di denaro nei confronti dell’ex presidente del Consiglio nell’ambito di varie negoziazioni e intese. Gli inquirenti hanno inoltre raccolto elementi utili circa il trasferimento da parte di Lavitola a Pintabona di beni immobili in Brasile.
Lavitola e Pintabona sono accusati anche di trasferimento fraudolento di beni, relativamente ad
alcuni passaggi di proprietà di immobili di Lavitola in Brasile che sono stati poi intestati all’italo-argentino. Le indagini che hanno portato al nuovo provvedimento restrittivo nei confronti dell’ex direttore de “l’Avanti” riguardano anche i supporti logistici, operativi e finanziari su cui ha potuto contare in Italia durante la latitanza sudamericana cominciata il 14 ottobre 2011. Lavitola, con il supporto di Pintabona, ha inoltrato richieste di denaro a Berlusconi. A parlarne per prima con i magistrati la sorella Maria, che raccontò di essere stata avvicinata da una donna a nome del fratello perché consegnasse una lettera all’ex premier per ottenere 5 milioni di euro al leader del Pdl; e se Berlusconi non avesse pagato «avrebbe
avuto tutte le giustificazioni anche morali per dire tutto quello che sapeva» su di lui, mise a verbale la donna. La richiesta di denaro non è stata smentita nemmeno da Lavitola, che però l’ha giustificata con i pm napoletani come “prestito”.
Argomenti: silvio berlusconi