Palermo. Nasce una bambina e in ospedale, al reparto Ostetricia si presentano tre papà. La bambina è nel suo lettino quando fra i tre pretendenti papà è il finimondo. Per sedare la rissa arrivano i carabinieri Alla fine, la mamma va via con uno dei tre. Una paternità rivendicata senza risparmiare alcuna arma: oltre alla personale ricostruzione dei fatti di ciascuno di loro (già pesante), si procede a suon di pugni ed insulti.
Per una bambina tre “papà” sono troppi. Parto perfetto, poche ore in corsia, è tempo del ritorno a casa. A casa con i propri genitori, e qui nasce il problema: se “mater semper certa est”, la presenza dei tre conferma che non è così per il papà. I tre poco più che ragazzi, coetanei della mamma, dell’88, alla fine della “discussione” erano loro da ricovero. Tutto è andato in scena davanti a diversi pazienti, familiari di pazienti, medici e paramedici.
Un film. I carabinieri sono arrivati nella fase più animata della rivendicazione e hanno faticato non poco ad evitare sberle e pugni mentre nei corridoi i tre protagonisti- come dire – esprimevano il loro disappunto sciorinando in dialetto il miglior repertorio di insulti sui familiari dei concorrenti. Non è noto se ai tre sia venuto in mente di coinvolgere nel rosario di insulti anche la mamma della piccola.
Alla fine, a dire una parola chiara, e a ristabilire la calma (apparente), non poteva che essere lei, la ragazza e madre. Incoraggiata dalla presenza dei militari dell’Arma, che nel frattempo avevano sedato gli animi, ha dichiarato il vincitore, chi fosse il padre della bambina, lo ha preso per mano ed è andata via assieme a lui, il padre, l’unico padre doc, certificato dalla ragazza. Gli altri, quantomeno pesti, si sono guardati in faccia e hanno fatto ritorno a casa. Soli.
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