Nel bel mezzo del terremoto politico ed istituzionale sull’inchiesta legata alla trattativa Stato-mafia, parla il Procuratore della Repubblica di Palermo. Parla del delitto di Pio La Torre, ricorda come l’idea della trattativa sia una costante della mafia, e disegna uno scenario nel quale la mafia non è sola a decidere l’eliminazione del segretario del Pci in Sicilia. “Il collateralismo della mafia è sempre esistito – dice Francesco Messineo – Pio La Torre è stato ucciso dalla mafia, ma nell’inchiesta che abbiamo riaperto non ci fermiamo al delitto di mafia perché altre entità hanno collaborato all’omicidio”. Il procuratore di Palermo, Francesco Messineo ha parlato alla presentazione del libro “Chi ha ucciso Pio La Torre?”, scritto da Armando Sorrentino, avvocato, e dal giornalista Paolo Biondani.
“La mafia ha sempre vissuto a stretto contatto con lo Stato – ha proseguito Messineo – la mafia vive dentro lo Stato. La strage di Portella della Ginestra, secondo una tesi storica, sarebbe stata opera di mafiosi e di cellule nere fasciste poi utilizzate dai servizi segreti americani contro la sinistra. Cellule che successivamente saranno la Gladio in Sicilia. La Torre – ha continuato il Procuratore di Palermo – aveva intuito tutto questo, il collegamento fra queste cellule, la massoneria e i servizi segreti. Del resto, Pisciotta e Giuliano mangiavano il panettone con l’ispettore Messana…- ha ricordato Messineo, aggiungendo subito dopo – Cos’è questa se non trattativa? Nella storia della mafia la trattativa con lo Stato è sempre esistita”. “La memoria collettiva tende ad attenuarsi – è stato il monito di Messineo – anche se sappiamo che i popoli che disconoscono la loro storia sono condannati a riviverla sempre”.
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