Il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli bacchetta Antonio Ingroia. Il pm di Palermo, infatti, avrebbe fatto un’affermazione «politica» invitando i cittadini a cambiare la classe dirigente. E con il collega Di Matteo avrebbe dovuto «dissociarsi» dal «plateale dissenso» espresso alla Festa del Fatto quotidiano nei confronti del capo dello Stato.
«Tutti i magistrati, e soprattutto quelli che svolgono indagini delicatissime – sottolinea Sabelli – devono astenersi da comportamenti che possono offuscare la loro immagine di imparzialità, cioè da comportamenti politici». E con il suo invito a cambiare la classe dirigente del Paese, «Ingroia si è spinto a fare un’affermazione che ha oggettivamente un contenuto politico»; con il rischio così di «appannare» la sua immagine di «imparzialita». Ingroia ha anche sbagliato, come pure Di Matteo, ad assistere in silenzio alla «manifestazione plateale di dissenso nei confronti del capo dello Stato», che c’è stata domenica alla Festa del Fatto quotidiano: «In una situazione così un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi», aggiunge Sabelli, che invita tutti i magistrati «a evitare sovraesposizioni» e a «non mostrarsi sensibili al consenso della piazza».
Poi Sabelli risponde al pm Di Matteo, titolare con Ingroia dell’ inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia che ieri aveva lamentato il «silenzio assordante» dell’Anm e del Csm sugli attacchi ricevuti dai magistrati che conducono l’indagine. «Non ho difficoltà a ribadire la difesa e a manifestare il sostegno ai pm di Palermo – ha detto Sabelli – Ma questa non è una novità: l’Anm tutta , la giunta e io ripetutamente abbiamo manifestato solidarietà; non capisco come si possa parlare di mancato sostegno».