Il processo d’appello comincerà a novembre, e soltanto adesso i legali del colosso Thyssenkrupp vengono con le loro carte allo scoperto. Nell’incendio che il 6 dicembre 2007 uccise nello stabilimento torinese dell’acciaieria 7 operai la dinamica “è stata condizionata in modo decisivo dalle ripetute negligenze ascrivibili ai lavoratori”. Lo si legge nel ricorso di uno dei dirigenti italiano dello stabilimento, condannato per omicidio colposo in primo grado.
L’amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione. Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza, Giuseppe Salerno, responsabile dello stabilimento di Torino, Gerald Priegnitz e Marco Pucci, membri del comitato esecutivo dell’azienda, sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi per omicidio e incendio colposi (con colpa cosciente) e omissione delle cautele antinfortunistiche. Daniele Moroni, membro del comitato esecutivo dell’azienda, è stato condannato a 10 anni e 10 mesi.