Ponte sullo Stretto, rabbia ambientalista dopo la proroga
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Ponte sullo Stretto, rabbia ambientalista dopo la proroga

Prima dell'ok al progetto, l'esecutivo intende verificarne ulteriormente la fattibilità tecnica. Proroga di 24 mesi. Il Wwf: così il governo decide di non decidere.

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2 Novembre 2012 - 09.36


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Una proroga, l’ennesima, e si scatena la protesta ambientalista. Il governo Monti decide di non decidere sul Ponte di Messina e concede altri 24 mesi per l’approvazione definitiva del progetto, «al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità».

La misura non piace affatto agli ambientalisti. Il Wwf commenta: «Decisione “pilatesca” degna della Prima Repubblica, e ingiustificabile per un governo dei tecnici. Il governo dopo ben nove anni di studi ha già oggi tutti gli elementi per chiudere con il progetto, con il General Contractor, senza pagare penali, e con quell’ente inutile che è la Stretto di Messina SpA».

Il Wwf ricorda al Governo che l’esecutivo in carica sa perfettamente già oggi che questa opera «costerebbe al Paese ben 8,5 miliardi di euro, è irrealizzabile dal punto di vista tecnico, va ad incidere su un’area ampiamente vincolata per gli straordinari paesaggistici e severamente tutelata dall’Europa». «Alla luce di questi elementi – conclude la nota del Wwf – il Governo, come sembrava orientato a fare, può chiudere questa vicenda anche oggi, senza tra l’altro contribuire a devastare il territorio pur di accontentare i gruppi di potere locali con infrastrutturali immediatamente cantierabili connesse ad un’opera che non si farà, come incredibilmente viene sostenuto nel comunicato del Consiglio dei Ministri».

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