L’unica soluzione contro i danni provocati da alluvioni, terremoti e catastrofi naturali «è che i cittadini si assicurino in maniera obbligatoria». Lo ha detto ieri il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, sottolineando che l’assicurazione sarebbe «supportata dallo Stato con forme di defiscalizzazione».
«E’ ora di rendersi conto – ha spiegato Gabrielli – che lo Stato, per quelle che sono le sue risorse, non è più in grado di fornire in maniera equa risposte adeguate dal punto di vista del ristoro dei danni».
Già oggi, ha ricordato il capo della Protezione Civile, «ci sono stati alluvioni di serie A, B e C, terremoti di serie A, B e C», nei quali c’è stato un diverso trattamento nei confronti di chi ha avuto danni.
«Qualcuno mi deve spiegare – ha detto Gabrielli – la differenza che passa tra il cittadino Franco Gabrielli che è stato colpito dal terremoto a L’Aquila o in Emilia e ha perso la casa e si vede riconosciuto quasi il cento per cento del ristoro, e il cittadino Franco Gabrielli di Mormanno o di Marsciano, al quale ciò non viene riconosciuto. Quale è la differenza? Quelli di Mormanno e Marsciano non pagano le tasse? Eppure sono cose che si stanno verificando».
Dunque, ha detto il capo del Dipartimento, «l’unica soluzione è che i cittadini si assicurino in maniera obbligatoria» in modo tale che «all’esito di catastrofi il ristoro sia fatto dall’assicurazione». «Perché questa – conclude Gabrielli – è l’unica risposta equa» che può essere data.
«L’unica cosa da fare» per smettere di contare i danni – e soprattutto i morti – ogni volta che piove, è «investire in un programma serio» di messa in sicurezza del territorio, che consenta «a questo paese di non cadere a pezzi più di quanto stia cadendo» ha aggiunto il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, ribadendo che l’unica soluzione in questo campo si chiama prevenzione. Che si può fare con le risorse che ci sono e che, spesso, «vengono utilizzate come alibi per non fare le cose».
Parlando dell’ultima ondata di maltempo, il capo della protezione civile ha spiegato che ci sono indubbiamente stati «eventi importanti ed eccezionali», tanto che su alcune zone sono caduti in 48 ore oltre 400 mm di pioggia. Ma questi fenomeni, aggiunge, «hanno impattato su un territorio dove la fragilità è nota e arcinota e dove si è costruito dove non si doveva costruire». Dunque la «vera scommessa» è «immaginare un percorso più strutturato di messa in sicurezza, che preveda investimenti non eclatanti ma certi e sicuri, che consentano di realizzare gli interventi necessari» per evitare tragedie.
«Bisognerebbe mettere mano agli errori del passato – dice Gabrielli – avendo però il coraggio di stoppare gli errori del presente e del futuro. Perché se si continua con politiche di occupazione del suolo indiscriminate, allora non solo non si mette in sicurezza quello che è il frutto del passato, ma si continua a perpetuare comportamenti» sbagliati e pericolosi.