Scontro tra governo e Procura di Taranto sull’Ilva, dopo il decreto del governo che chiede la riapertura dell’impianto di Taranto. I magistrati contestano il decreto e la procura potrebbe chiedere al Riesame che deciderà sul dissequestro di opporre al decreto eccezione di incostituzionalità o di sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
Dura la reazione dell’Associazione nazionale magistrati. Il segretario dell’Anm, e pm a Taranto, Maurizio Carbone, ha detto che “il governo si è assunto la grave responsabilità di vanificare le finalità preventive dei provvedimenti di sequestro” ricordando gli stessi sono stati emessi per “salvaguardare la salute di una intera collettività dal pericolo attuale e concreto di gravi danni”.
Il caso dell’Ilva di Taranto, ha spiegato il premier, è la ”dimostrazione plastica degli errori reiterati nel tempo e delle incoerenze delle realtà imprenditoriali e delle pubbliche amministrazioni che si sono sottratte alle responsabilità”.
Nel decreto è previsto il “Garante della vigilanza sull’attuazione degli adempimenti ambientali e di tutte le altre disposizioni del decreto, che sarà nominato con un successivo provvedimento”. Il Garante “potrà proporre le misure idonee,tra le quali anche provvedimenti di amministrazione straordinaria”in caso di criticità. “Il garante – ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà – deve essere persona di indiscussa indipendenza, competenza ed esperienza e sarà proposto dal ministro dell’Ambiente, dal ministro dell’Attività Produttive, e della Salute e sarà nominato dal presidente della Repubblica”.
“Qualora non venga rispettato il piano di investimenti necessari alle operazioni di risanamento, il decreto introduce un meccanismo sanzionatorio che si aggiunge al sistema di controllo già previsto dall’AIA”.
Qualcuno l’ha chiamato “decreto salva-Ilva” ma io parlerei di decreto “salva ambiente, salute e lavoro”. Così il premier Mario Monti, illustrando il decreto.