”Sono molto sorpreso dal tuo
intervento sull’Ilva di Taranto, intitolato ‘Ilva in tre
mosse’. Al punto 2 scrivi: ‘Riprendere la produzione di acciaio
dopo la bonifica’. La fai semplice e se le cose del mondo
fossero cosi’ semplici saremmo a cavallo”. Il
presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti ha scritto una
lettera aperta a Beppe Grillo in cui contesta il post di ieri in cui aveva individuato quali dovrebbero essere le tre cose da fare sull’Ilva: risanare gli impianti utilizzando il più possibile la manodopera impiegata negli impianti che nella sua totalità sarà comunque stipendiata da Riva, riprendere la produzione di acciaio dopo la bonifica, far sostenere a Riva ogni spesa medica per le persone ammalate e risarcire le famiglie dei morti a causa dell’inquinamento. Come dire: per fortuna che c’è Grillo.
”Tu – aggiunge Marescotti – confondi le bonifiche con la messa a norma
degli impianti e non ti documenti se sia realistico ‘mettere a
norma’ la più grande acciaieria d’Europa con le sue ciminiere
che sovrastano le scuole elementari. E’ nato qualche settimana
fa un bambino con un tumore alla prostata. Non basta solo
risarcire. Queste cose non devono accadere”.
Marescotti fa presente a Grillo che non è più possibile
”fare scommesse a Taranto sulla testa dei tarantini. Con questo
tuo intervento dai fiato a chi illude la popolazione e i
lavoratori che possa esserci un futuro pulito per uno
stabilimento che, bada bene, non ha più futuro su mercato
globalizzato e non è intrinsecamente ecosostenibile”.
Questo, osserva il presidente di Peacelink, ӏ il momento
di lanciare una grande campagna nazionale perché il decreto
Monti-Clini-Napolitano sull’Ilva di Taranto non venga convertito
il legge in quanto intende fermare non solo la Procura di
Taranto ma tutte le Procure d’Italia che indagano sui disastri
ambientali e possono porre sotto sequestro impianti pericolosi
per la salute pubblica”.
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