Niente di grave, perché i puteggi non sono così negativi. Pero’ un contraccolpo nelle scuole pubbliche italiane c’è, un contraccolpo dovuto molto probabilmente a ciò che gli insegnanti segnalano tutti i giorni: tagli di organici e di risorse. Anche se le indagini internazionali non si incaricano di spiegare il perché ma solo il “cosa”: in questo caso le indagini dell’Iea (Associazione
internazionale per la valutazione della preparazione degli
studenti) Pirls (Progress in International Reading Literacy Study,
progresso nella comprensione della lettura) e Timms (Trends in
International Mathematics and Science Study, Trend nelle
competenze matematiche e scientifiche) evidenziano che in Italia peggiora la lettura nei bambini alle elementari. Si è tornati a livello del 2001. Invece si migliora in scienze, soprattutto alle medie. Non è un caso: negli ultimi anni – visto che tutti i parametri internazionali segnalavano una scarsa performance delle scuole italiane in sicenza e matematica – c’è stato qualche intervento specifico in queste materie. Della serie: se intervieni e metti i soldi, i risultati ci sono.
Le indagini si sono svolte nel 2011 e sono state rese note oggi a livello internazionale.
IL PEGGIORAMENTO NELLA LETTURA – In lettura al quarto anno di
scolarità, a fronte di un generale e significativo miglioramento
dal 2001 al 2011 a livello internazionale, in Italia si evidenzia
un miglioramento dal 2001 al 2006 e, nel 2011, un peggioramento,
con un ritorno ai livelli del 2001. Un ‘declino’ ascrivibile
soprattutto all’arretramento delle ragazze.
MATEMATICA IN RISALITA – In matematica al quarto anno di
scolarità (quarta elementare), a livello internazionale, si
rileva un miglioramento man mano che si passa dalla rilevazione
del 2003 a quella del 2011. In Italia la situazione rimane
stabile nelle tre rilevazioni. Alle medie cambia la situazione:
in matematica all’ottavo anno di scolarità (terza media), si
nota, a livello internazionale, una lieve ma significativa
flessione del punteggio medio dal 1999 al 2003 al 2007, mentre
nel 2011 il punteggio risale significativamente tornando ai
livelli del 2003. In Italia, la performance oscilla non
significativamente dal 1999 al 2007, mentre nel 2011 si registra
un netto miglioramento (18 punti in piu’ nel 2011 contro il
2007).
SCIENZE QUESTE SCONOSCIUTE (ALLA PRIMARIA) – In scienze al quarto
anno di scolarità, si registra un generale peggioramento a
livello internazionale nel 2011 rispetto al 2007. Anche in
Italia, gli studenti del quarto anno di scolarità ottengono
punteggi significativamente inferiori rispetto a quelli ottenuti
nel 2007. Cio’ vale anche considerando maschi e femmine
separatamente. In terza media nel 2011 si evidenzia un
miglioramento significativo del punteggio medio (10 punti in più
rispetto al 2003).
ORIENTE IN POLE POSITION- L’Italia consegue un punteggio di 541,
significativamente superiore alla media internazionale in
lettura, risultato in linea con diversi Paesi europei, quali
Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Svezia, Germania, Portogallo,
Ungheria e Repubblica Slovacca. I due Paesi asiatici di Hong Kong
Sar e Singapore, insieme a Federazione Russa e Finlandia,
ottengono un punteggio particolarmente elevato e superiore a
quello di tutti gli altri Paesi partecipanti, superiore ai 550
punti. In matematica gli studenti italiani raggiungono il
punteggio di 508, significativamente superiore alla media
internazionale. Gli studenti che raggiungono una migliore
performance sono quelli di Singapore, Repubblica di Corea e Hong
Kong Sar che ottengono rispettivamente i punteggi di 606, 605, e
602. Ad essi seguono Taipei Cinese (591) e Giappone (585) che,
ricoprendo le posizioni piu’ alte, confermano la tendenza dei
Paesi asiatici ad ottenere punteggi piu’ alti rispetto agli altri.
L’indagine mette in evidenza un altro dato che caratterizza l’Italia: e cioè la differenza tra le performance al sud e al nord. Nelle scuole del Mezzogiorno d’Italia si impara di meno, e questo è un elemento importante per capire come andrebbero indirizzati fondi e progetti. Anche perchè – ha detto il Commissario straordinario dell’Istituto di valutazione italiano Invalsi, Paolo Sestito – le differenze crescono mano a mano che aumentano gli anni di scuola.