La decisione di togliersi la vita non fu dovuta ad eventi di bullismo né omofobia. A questo sono giunti gli inquirenti della Procura di Roma che indagano sul suicidio del ragazzo 15enne avvenuta il 20 novembre scorso.In base a quanto filtra da piazzale Clodio, l’attività di indagine svolta in queste settimane, e che ha riguardato anche i messaggi apparsi sul social network facebook, ha «portato ad escludere» che il giovane si sia suicidato perchè oggetto di bullissimo o vessato per questioni omofobe.
Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Pantaleo Polifemo nei prossimi giorni sentiranno i genitori del ragazzo e i parenti, per tentare di individuare la «genesi del gesto», che potrebbe essere circoscritto a «un fatto intimo». Intenzione degli inquirenti è capire se in passato, nell’ambito familiare, ci fossero state avvisaglie di quanto poi avvenuto.