Sui marò l'Italia attacca l'India
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Sui marò l'Italia attacca l'India

La Farnesina convoca l'ambasciatore indiano ed esprime «profondo sconcerto e preoccupazione» per il ritardo nel processo ai due militari italiani: «Sentenza prima di Natale»

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13 Dicembre 2012 - 17.57


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L’Italia esprime «profondo sconcerto e preoccupazione» per il ritardo, da parte della Corte suprema
indiana, del pronunciamento sui ricorsi presentati per il caso dei due marò italiani detenuti in India. In un comunicato della Farnesina si rende noto che su istruzioni del ministro degli Esteri Giulio Terzi,
il segretario generale Michele Valensise, ha convocato oggi l’ambasciatore d’India, Debabrata Saha per «reiterare la sollecitazione del governo italiano a che la sentenza della Corte suprema di New Delhi sul caso dei due Fucilieri della Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sia emessa prima dell’inizio delle festività natalizie».

«È infatti con profondo sconcerto e preoccupazione -si legge nella nota- che il governo italiano deve
constatare, a distanza di oltre tre mesi dalla conclusione del dibattimento, che la Corte suprema non si è ancora pronunciata sui ricorsi presentati dall’Italia». Il segretario generale della Farnesina «ha riaffermato la solida posizione giuridica italiana, fondata sulla giurisdizione dello Stato di bandiera in Alto Mare e sulla immunità funzionale degli organi dello Stato. In tale contesto l’ambasciatore Valensise ha confermato le preoccupazioni per le conseguenze negative che il mancato riconoscimento della giurisdizione dello Stato di invio dei militari avrebbe sull’impegno internazionale
nella lotta contro la pirateria in alto mare”, prosegue il comunicato della Farnesina.

La convocazione odierna dell’ambasciatore Saha, sottolinea la Farnesina, fa seguito ai contatti del ministro Terzi anche con il nuovo ministro degli Esteri indiano Khurshid, con il quale il capo della diplomazia italiana aveva preso immediato contatto già in ottobre, in coincidenza con il suo insediamento alla guida della diplomazia di New Delhi, per sottolineargli «l’urgenza di una soluzione positiva e improcrastinabile del caso, riaffermandone il rilievo prioritario nel quadro delle relazioni tra Italia e India».

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