Urne aperte, violenze nelle piazze
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Urne aperte, violenze nelle piazze

Primo giorno di referendum in Egitto. Scontri nella notte: ad Alessandria i sostenitori di Morsi assediano una moschea, 15 feriti. Le opposizioni: “Votate no”.

Urne aperte, violenze nelle piazze
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15 Dicembre 2012 - 11.23


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dalla redazione

Roma, 15 dicembre 2012, Nena News – Urne aperte in Egitto per il referendum popolare sul testo della nuova Costituzione. I seggi resteranno aperti fino alle 19 per il primo sabato di votazioni: oggi votano i cittadini egiziani del Cairo, Alessandria e di altre otto province. Sabato 22 tocca a Luxor, Port Said e i restanti governatorati. Per un totale di 51 milioni di aventi diritto al voto.

A causa del boicottaggio di alcuni giudici egiziani che si rifiutano di supervisionare il voto, il presidente è stato costretto a indire due sabati di votazioni. Dopo il decreto presidenziale del 22 novembre con il quale Morsi si è auto-attribuito poteri quasi assoluti, la magistratura ha duramente criticato la presidenza, accusandola di mettere in serio pericolo la democratica separazione dei poteri.

Ma le tensioni che attraversano il Paese dal 22 novembre non si placano. Morsi ha ordinato all’esercito egiziano di coordinarsi con la polizia per mantenere l’ordine nelle strade e nelle piazze: dispiegati 130mila poliziotti e 120mila soldati.

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Nella notte sono proseguiti gli scontri tra la polizia e le opposizioni, contrarie alla bozza di Costituzione presentata dal presidente Morsi. Teatro delle violenze è stata Alessandria dove manifestanti anti-Morsi si sono scontrati con gruppi di islamisti e con la polizia che ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere la folla. I sostenitori dei Fratelli Musulmani, armati di coltelli, hanno assediato una moschea, critica verso le politiche del presidente Morsi. Tante le automobili date alle fiamme, almeno 15 i feriti.

Scontri anche a Port Said, mentre al Cairo si sono svolte manifestazioni rivali nel pomeriggio, ma le marce non si sono trasformate in ulteriori scontri. Le opposizioni liberali, laiche e cristiane si sono ritrovate ancora una volta fuori dal palazzo presidenziale, teatro nelle ultime settimane delle proteste dei gruppi anti-Morsi.

Il timore delle opposizioni – che stanno chiedendo ai cittadini egiziani di votare no al referendum – è vedere trasformato il Paese in una roccaforte islamista. [url”Il testo di Costituzione”]http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=44137&typeb=0&Loid=200&Una-Costituzione-per-la-maggioranza-non-per-tutti-gli-egiziani[/url] redatto dall’Assemblea Costituente è stato votato dalla sola maggioranza islamista, seguendo i dettami della Sharia: “Siamo certi che il popolo egiziano affosserà la Costituzione dei Fratelli Musulmani – ha commentato Amr Hamzawy, uno dei leader del Fronte Nazionale, la coalizione delle opposizioni – Il popolo pagherà il prezzo di un’eventuale sì al referendum”.

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Critiche anche da Nazioni Unite, Stati Uniti e Unione Europea che hanno espresso riserve sulla bozza di costituzione: un testo che potrebbe essere utilizzato per intaccare i diritti delle donne, i diritti civili e politici e l’indipendenza della magistratura. Ma, nonostante le divisioni e le spaccature interne, non sono pochi gli osservatori che ritengono probabile una vittoria del presidente Morsi: “Se la Costituzione sarà adottata, esacerberà le tensioni politiche – ha spiegato Hani Sabra, specialista dell’Eurasia Group – I Fratelli Musulmani ritengono che un’eventuale vittoria dia loro il mandato per proseguire nelle politiche già avviate. Ma non saranno in grado di mettere sotto silenzio le opposizioni”. Nena News

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