Mennetta: Io un boss? Ma se lavoro...
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Mennetta: Io un boss? Ma se lavoro...

Il 28enne napoletano è stato arrestato venerdì. Per gli inquirenti è il capo del clan di Scampia. Ma lui nega: "Sono un ragazzo perbene".

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7 Gennaio 2013 - 18.36


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“Non sono un boss della camorra. Io
lavoro e non sapevo nemmeno di essere ricercato dalle forze
dell’ordine”. Antonio Mennetta ha scelto la via della negazione completa del suo passato di boss: arestato venerdì con l’accusa di essere uno dei capoclan degli scissionisti di Scampia in una villetta di Scafati ha aggiunto: “Ero a Scafati proprio perché volevo evitare ogni rapporto con Scampia e Secondigliano”. Posti pericolosi, poco raccomandabili, in cui si possono frequentare cattive compagnie.

Come lui: perché per il Viminale Menetta è uno dei cinque boss più pericolosi di Scampia, e le forze dell’ordine erano da tempo sulle sue tracce. Il ventottenne si è difeso per circa un’ora. E’ritenuto dagli
inquirenti di Napoli il capo della Vanella Grassi, il gruppo
che ha scatenato una guerra contro gli Abete-Abbinante per il
controllo delle ‘piazze’ di spaccio nell’area Nord del
capoluogo campano.

L’interrogatorio si è svolto davanti al giudice
per le indagini preliminari e alla presenza del pubblico
ministero De Marco e del suo avvocato Giuseppe Ricciulli. Mennetta, accusato di omicidio, ha
detto di non aver partecipato all’assassinio di Antoniello
Faiello, assassinato il 14 aprile del 2011. “Non ero a
Secondigliano in quel periodo e alcuni dei collaboratori che mi
accusano neanche li conosco”, ha riferito.

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