La Lega casca nelle quote latte
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La Lega casca nelle quote latte

Maroni nega ogni coinvolgimento. Si indaga su tangenti dagli agricoltori per ritardare i pagamenti. Giallo sull'immunità parlamentare sollevata su alcuni uffici.

La Lega casca nelle quote latte
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16 Gennaio 2013 - 14.38


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La storia è “vecchia”. Le quote latte da sempre affliggono, da un lato, e inquinano, dall’altro, le questioni legate all’agricoltura. Che, a sua volta, si lega alla politica. La Lega, da sempre grande oppositrice delle quote imposte dall’Ue agli allevatori italiani, secondo la Procura di Milano potrebbe essere coinvolta in un sistema di tangenti che gli agricoltori avrebbero pagato ai politici per ritardare il pagamento dovuto delle quote. Per adesso si sa soltanto che ieri sera sono partite una serie di perquisizioni nelle sedi della Lega di Milano e Torino. E che per alcuni uffici la Lega ha fatto appello all’immunità parlamentare, perché sono sede di lavoro anche per i parlamentari leghisti.

Inoltre nelle settimane scorse, il pm di Milano ha sentito anche Renzo Bossi nell’ambito dell’inchiesta
sulle quote latte. Sono stati ascoltati anche Giancarlo Galan, Luca Zaia, l’ex senatore leghista Dario Fruscio, Giuseppe Ambrosio, ex capo gabinetto delle Politiche Agricole, già arrestato a Roma per sospette frodi.

Il segretario del Carroccio Roberto Maroni ha gettato acqua sul fuoco, spiegato che in realtà la Lega non c’entra nulla con l’inchiesta in corso: ”Siamo terzi e quindi la questione è chiusa”. ”La procura pensava di trovare dei documenti di una dipendente di via Bellerio – ha proseguito Maroni – ma non è stato trovato nulla. Abbiamo fornito alla Guardia di Finanza la totale collaborazione e quindi non è vero, come ha scritto qualcuno, che abbiamo posto la questione dell’immunità perché l’inchiesta riguarda appunto una società estranea alla Lega”.

Alla domanda dei giornalisti se sia in grado di escludere ogni
possibile coinvolgimento nell’inchiesta di esponenti della Lega,
Maroni ha risposto con un secco ”certo, è così”.

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