Nella celebrazione del rito delle Ceneri, questo pomeriggio a San Pietro, Bendetto XVI ha lanciato il suo ammonimento: Gesù ha denunciato «l’ipocrisia religiosa» e coloro che cercano l’applauso e l’approvazione «del pubblico» invece della semplicità del Signore. «Nella pagina del Vangelo di Matteo, che appartiene al cosiddetto “Discorso della montagna” – ha ricordato il Papa – Gesù fa riferimento a tre pratiche fondamentali previste dalla Legge mosaica: l’elemosina, la preghiera e il digiuno; sono anche indicazioni tradizionali nel cammino quaresimale per rispondere all’invito di “ritornare a Dio con tutto il cuore”». «Ma Gesù – ha aggiunto il Pontefice – sottolinea come sia la qualità e la verità del rapporto con Dio ciò che qualifica l’autenticità di ogni gesto religioso. Per questo egli denuncia l’ipocrisia religiosa, il comportamento che vuole apparire, gli atteggiamenti che cercano l’applauso e l’approvazione».
Ha continuato poi Benedetto XVI, davanti ai fedeli raccolti a San Pietro, il giorno dopo l’annuncio delle sue dimissioni: «Il vero discepolo non serve se stesso o il “pubblico”, ma il suo Signore, nella semplicità e nella generosità. La nostra testimonianza allora sará sempre più incisiva quanto meno cercheremo la nostra gloria e saremo consapevoli che la ricompensa del giusto è Dio stesso, l’essere uniti a Lui, quaggiù, nel cammino della fede, e, al termine della vita, nella pace e nella luce dell’incontro faccia a faccia con lui per sempre».
Il Papa si è soffermato molto sul tema dell’unità della Chiesa, prendendo spunto dall’invito biblico: «Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo». «La dimensione comunitaria – ha spiegato – è un elemento essenziale nella fede e nella vita cristiana. Cristo è venuto per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Il “Noi” della Chiesa è la comunità in cui Gesù ci riunisce insieme: la fede è necessariamente ecclesiale. E questo è importante ricordarlo e viverlo in questo Tempo della Quaresima: ognuno sia consapevole che il cammino penitenziale non lo affronta da solo, ma insieme con tanti fratelli e sorelle, nella Chiesa».
Il Papa ha dunque invitato a vivere la quaresima come tempo per «riflettere» su come «il volto della Chiesa venga a volte deturpato da colpe contro l’unità della Chiesa e divisioni del corpo ecclesiale». Superare «individualismi e rivalità» può essere un «segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede». Parole che sembrano una spiegazione della sua «libera scelta» di rinunciare a proseguire nel cammino della guida della Chiesa.