Il nuovo Papa dovrà disincrostare la Chiesa
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Il nuovo Papa dovrà disincrostare la Chiesa

Forti le personalità del cardinale latinoamericano Madariaga e del filippino Louis Antonio Tagle. Ma pochi parlano del vero outsider: il cardinale di Napoli, Sepe.

Il nuovo Papa dovrà disincrostare la Chiesa
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14 Febbraio 2013 - 12.19


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di Filippo Anastasi

Dopo lo choc, lo sgomento di taluni ambienti e lo stupore di altri, la decisione epocale di Benedetto XVI di ritirarsi assume sempre più il sapore della resa. Dopo aver accennato alle incrostazioni nella Curia il Papa ha parlato apertamente di Chiesa deturpata.

E’ la risposta più nitida a quanti si chiedevano il perché di questo gesto per molti spiegabile solo con le malandate condizioni di salute del Pontefice. Divisioni, deturpazioni,scandali impediscono al Papa di governare una Chiesa allo sbando. Ratzinger nella sua solitudine di teologo non ha avuto con sé – o forse non l’ha potuta formare e cambiare – la squadra di governo in grado di gestire una convulsa stagione di malesseri spirituali, materiali e finanziari. Lo scandalo della pedofilia l’ha affrontato con vigore e rigore come si conviene al un Papa che proviene dal Sant’Uffizio molto attento alla morale. Ma davanti ai problemi pratici del governo vaticano la sua solitudine lo ha costretto alla resa. ” Cristo non è sceso dalla croce” hanno sussurrato ed anche gridato alcuni alti prelati e altri hanno ricordato il sacrificio estremo di Woytjla morto sul campo,in una personale via crucis.

Davanti alla marea montante degli scandali nessuno si è dimesso, neppure se pensionando, nessuno ha voluto mollare e allora a Ratzinger non è rimasto altro che azzerare tutto sacrificando se stesso in un gesto che segna la storia e non solo contemporanea.Tutto da rifare dunque, tutti da nominare tutti da affidare al nuovo pontefice.

Si aprono scenari sconfinati. Serve un successore che sia pastore, cioé arcivescovo di una diocesi? amministratore e fine conoscitore della curia romana? Uomo nuovo ai confini della missione? Forse chi arriverà dovrà avere tutte queste caratteristiche messe insieme e chissà se basteranno a disincrostare la sedia di Pietro.

Dovrà essere giovane e vigoroso o piuttosto un anziano saggio di transizione ?

Penso che quanto appena accaduto dovrebbe indurre lo Spirito Santo che ispira il Conclave a propendere per la prima soluzione, eliminando molti papabili dati per certi dai media.

Riflettere sui tempi odierni fa cadere la preferenza su pochi candidati. Se dovessi preparare – come ho fatto per tanti anni per tre conclavi e questo sarà il quarto – le pagine per l’edizione straordinaria del prossimo Papa mi fermerei in tre zone diverse del mondo, chiamiamolo il terzo mondo quello che combatte con la miseria, la fame, la violenza. Ma anche quel mondo che è frontiera di missione davanti al narcotraffico, al diffondersi delle sette pseudocristiane, alla new age ed al materialismo comunista.

Ecco perché vedo in prima fila il giovanissimo cardinale di Manila, il filippino Louis Antonio Tagle, e il giovane – è sulla sessantina – Oscar Maradiaga arcivescovo honduregno che non guarda in faccia nessuno davanti al bene della Chiesa. Poi, ma è difficile perché gli equilibri del Conclave portano all’estero, si può pensare ad un italiano. Escludo i nomi più gettonati per rifarmi ai parametri che ho appena accennato e mi tuffo a sorpresa in una candidatura che rispetta i parametri cui accennavo prima. E’ un arcivescovo in una città di frontiera della nuova povertà metropolitana, si scaglia con rigorosa vigoria contro camorra e malavita organizzata, conosce a memoria i problemi del terzo mondo essendo stato Prefetto di Propaganda Fide, sa bene come si amministra il Vaticano e come si muove la curia essendo stato il Segretario Generale del Giubileo del 2000.

Manca solo il nome: è il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. Nessuno ne parla e forse è un bene e non vorrei con queste righe averlo bruciato.

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