Chiesa marcia: saltano le teste di altri vescovi
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Chiesa marcia: saltano le teste di altri vescovi

Ancora due casi di dimissioni dopo i cardinali O'Brein e Mahony. Un'opera di pulizia che Ratzinger ha voluto accelerare con il suo addio. E vedrete che non finirà qui.

Chiesa marcia: saltano le teste di altri vescovi
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27 Febbraio 2013 - 12.44


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Ancora due teste che cadono nelle alte sfere della Chiesa: il Papa ha accettato oggi le dimissioni «per infermità o altra grave causa» di due vescovi, l’inglese Patrick Altham Kelly, arcivescovo di Liverpool, e l’ausiliare di Armagh in Irlanda, Gerard Clifford.

Solo lunedì il cardinale Keith O’Brien, il più alto prelato cattolico del Regno Unito, aveva fatto un passo indietro: «Mi scuso con coloro che ho offeso», le sue parole. Contro di lui le rivelazioni sulle molestie sessuali da lui inflitte per lungo tempo a quattro preti scozzesi. O’Brein all’inizio sembrava intenzionato a resistere e controbattere alle accuse, ma Benedetto XVI in persona gli avrebbe fatto capire che ogni resistenza sarebbe stata inaccettabile, in una Santa Romana Chiesa già travolta dalle polemiche.

E questo, come i due vescovi che oggi hanno lasciato, è un episodio che rivela come nella difficile scelta di Ratzinger di fare un passo indietro ci sia soprattutto il desiderio e certamente la necessità di fare pulizia in una Chiesa travolta dagli scandali sessuali e dalle accuse di pedofilia, oltre che dai veleni interni venuti alla luce con la vicenda Vatileaks.

La linea di Benedetto XVI è da tempo quella dell’intransigenza verso quei ministri di Dio resisi colpevoli di abusi sessuali. In merito, un confronto piuttosto duro egli l’ha avuto pochi giorni prima dell’annuncio delle dimissioni da Pontefice con il segretario di Stato vaticano emerito Angelo Sodano. Questi, riferendosi alle pressioni esercitate dalla Santa Sede sul cardinale arcivescovo emerito di Los Angeles Roger Mahony perché si dimettesse dai propri incarichi in seguito alle accuse di aver “insabbiato” in passato casi di pedofilia nel clero della propria diocesi — cosa che poi ha effettivamente fatto —, ha chiesto al Papa, diritto canonico alla mano, maggiore comprensione almeno per coloro che vestono gli abiti cardinalizi. Ratzinger l’ha ascoltato ma poi ha agito autonomamente.

È quindi più che probabile che nei prossimi giorni assisteremo ad altre dimissioni, più o meno forzate, e ad altre epurazioni tra i ministri di Dio. Non a caso Benedetto XVI ha speso molto del suo tempo studiando le “ponenze”, cioè i dossier che da tutto il mondo giungono per la creazione dei nuovi vescovi, per essere sicuro di mettere la persona giusta a capo delle diocesi. E spesso ne ha rimandate indietro, chiedendo altri candidati. Insomma, ha fatto molto nell’ultimo periodo per lasciare al successore una Chiesa più forte e più pulita di quella che aveva ricevuto. Ora vedremo i risultati.

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