L'abbraccio dei fedeli a Papa Francesco
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L'abbraccio dei fedeli a Papa Francesco

Emozionante messa di intronizzazione del nuovo Pontefice. Gli abbracci ai fedeli in piazza San Pietro, il saluto a Ratzinger, l'omelia in italiano.

L'abbraccio dei fedeli a Papa Francesco
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19 Marzo 2013 - 12.19


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È stata una messa di inizio pontificato molto emozionante. Subito dopo la benedizione impartita in piazza San Pietro da Papa Francesco, dalla piazza stracolma si è levato il grido “Viva il Papa” e subito dopo sono seguiti molti applausi. Francesco accompagnato dal canto del “Te Deum” è entrato in Basilica dove è previsto il saluto ai rappresentanti delle delegazioni dei Paesi e organizzazioni internazionali venute a Roma per l’evento. Le campane di San Pietro hanno iniziato a suonare a festa.

Il rito è durato meno di dure ore, mentre la messa vera e propria – alla presenza di circa 200mila fedeli – è durata un’ora e mezza. Tra il pubblico anche oltre 130 delegazioni di capi di Stato, ministri e responsabili di nazioni: per l’Italia, presenti tra gli altri il premier Monti, il capo dello Stato Napolitano e anche i presidenti delle Camere, Grasso e Boldrini.

Sul sagrato della piazza di San Pietro il Santo Padre e i concelebranti. A sinistra dell’altare, guardando la Basilica c’erano arcivescovi e vescovi, a destra i capi di Stato e le delegazioni dei Paesi arrivate a Roma per l’evento. Durante l’atto penitenziale Papa Francesco ha tenuto per tutto il tempo il capo chino. Un bambino del coro della Cappella Sistina ha cantanto il salmo in italiano.

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Francesco ha avuto un pensiero per Benedetto XVI (che ha seguito la messa in tv da Castel Gandolfo): «Gli siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e di riconoscenza», definendo una «coincidenza molto ricca di significato» il fatto che oggi sia l’onomastico del «venerato predecessore». San Giuseppe – ha spiegato Papa Bergoglio durante l’omelia in italiano – è il «custode» e esercita questa custodia con «umiltà, nel silenzio ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende». Giuseppe, ha detto commentando il vangelo di oggi, custode anche della Chiesa vive «nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio».

«Dio – ha proseguito il sommo pontefice – non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera fedeltà alla sua parola, al suo disegno, ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito». San Giuseppe, ha ricordato, risponde alla «vocazione con disponibilità e prontezza» e il «centro della vocazione cristiana è Cristo», «custodiamolo nella nostra vita, per custodire gli altri e il creato».

Il Papa chiede «per favore» a chi ha «ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale» e a tutti gli uomini di buona volontà di essere «custodi della creazione,del disegno di Dio iscritto nella natura, dell’altro e dell’ambiente». «Non dobbiamo avere paura della bontà, neanche della tenerezza – ha aggiunto il Papa – Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza», ha aggiunto il Pontefice. La tenerezza, ha detto Bergoglio, «non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore». «Non dobbiamo avere timore della bontà – ha poi ripetuto -, della tenerezza».

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Un bicchiere d’acqua bevuto prima di iniziare l’omelia, un testo letto senza particolari modifiche, nessun “a braccio” aggiunto, sempre concentrato. Così Papa Francesco ha affrontato l’omelia in italiano. In un ottimo italiano Bergoglio ha letto il testo con alcune parole in spagnolo, come «speranza» o un «chi» che è diventato un «qui». Infine, alcune parole sono state dette in un italiano-spagnolo, come «ministerio» o «devoli», per deboli.

Più volte la folla ha interrotto papa Francesco applaudendolo durante la sua omelia, in particolare soprattutto quando il Papa ha sostenuto che non bisogna avere «paura della bontà» e quando ha sottolineato che «il vero potere» del Papa «è il servizio». In molti in piazza hanno cantato il Credo in latino seguendo il volume che è stato distribuito ai fedeli (foto libretto) quando sono arrivati. Non c’è distinzione di nazionalità, né di età, tutti stanno seguendo passo dopo passo la celebrazione religiosa.

E 500 sacerdoti sono scesi in piazza per distribuire la Comunione ai fedeli. Il Papa ha dato personalmente la Comunione solo ad alcuni che erano intorno all’altare per la celebrazione. I fedeli che erano stati immobili e attenti a seguire tutti passaggi della celebrazione della santa messa in piazza San Pietro, si sono rianimati nel momento in cui si sono scambiati il segno della pace. In piazza è «tornato il movimento» quando decine di concelebranti, individuabili da ombrelli bianchi e gialli, sono andati tra i fedeli per distribuire l’Eucarestia.

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«Custodiamo Cristo nella nostra vita, abbiamo cura gli uni degli altri, custodiamo il creato con amore». È il messaggio lanciato oggi da papa Francesco su Twitter dopo la messa di inizio del pontificato.

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